Rassegna stampa
Roma, c’è Dybala contro l’Inter
AS ROMA NEWS INTER DYBALA – Amici, ma nemici per una notte. Quella di domenica prossima allo stadio Olimpico quando si giocherà Roma-Inter. Paulo Dybala e Lautaro Martinez, due attaccanti uniti dalla bandiera dell’Argentina. Campioni del mondo e leader dei rispettivi club, scrive Il Messaggero.
Sfida che non arriva in un buon momento per i giallorossi che hanno bisogno di punti e dell’approvazione del pubblico ai minimi storici da quando la proprietà è passata a Friedkin (la Curva Sud ha comunicato che per protesta non entrerà sugli spalti per i primi 15 minuti della partita). Serve una vittoria a Juric, per risollevare il morale di una piazza insoddisfatta dal caos degli ultimi mesi.
E serve anche una buona prestazione di Dybala, condita da gol e assist per cambiare in meglio le statiche del suo terzo anno in giallorosso. Con un solo gol e zero assist, è il peggior inizio stagione da quando è a Trigoria. Tutt’altro score per Lautaro a quota tre reti tra Serie A e Champions, alle quali vanno sommati anche tre assist. Ruoli diversi, squadre diverse con obiettivi e impegni diversi, ma accomunati dallo stesso destino di essere dei leader per il proprio club.
Ecco perché il ritorno di Dybala in campo atteso nell’allenamento di oggi, segna un passo fondamentale in vista della gara contro i nerazzurri. Se Juric lo ha disposizione, lo schiererà. E se Paulo non sentirà dolore ai muscoli, giocherà titolare. Con lui la Roma cambia volto, esprime un gioco più ordinato, avvincente e coinvolgente. Più complicato da decifrare per gli avversari. Da quanto il tecnico croato è in panchina, lo ha potuto usare solo due volte in campionato (contro Genoa e Udinese) e parzialmente in Europa (titolare solo con l’Athletic Bilbao).
Con il passaggio alla difesa a tre, Paulo giocherebbe nella posizione di trequartista assieme a Pellegrini dietro all’unica punta Dovbyk. Questo è il miglior assetto offensivo che ha a disposizione. C’è anche Soulé, acquistato per sostituire Paulo, ma ancora non è cresciuto abbastanza per raccogliere la sua eredità. Qualcosa comincia a intravedersi, ma è troppo poco per pensare a un avvicendamento.
Dunque, quel giocatore che il club era pronto a lasciare andare in Arabia Saudita, si rivela ancora fondamentale per dare al gioco ordine ed imprevedibilità. Ma come sono di difficile lettura i suoi colpi in campo, lo sono anche le reazioni del suo fisico. È fermo per problemi muscolari dal 3 ottobre, giorno della gara contro l’Elfsborg.
E quattro giorni prima era stato panchina contro il Venezia. L’affaticamento muscolare gli ha fatto perdere anche la convocazione in nazionale che aveva ritrovato proprio grazie alla scelta di non trasferirsi in Arabia. Il compromesso da accettare, però, è chiaro: al primo campanello d’allarme, Paulo si ferma per non rischiare una lesione muscolare grave e, quindi, un mese e mezzo di stop.
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