A volte in chiave di mercato le voci di corridoio non sono così campate in aria. E quelle relative a Diawara, giovedì pomeriggio, fotografavano la situazione: «Andrà a chi tra Roma e Napoli venderà prima Paredes e Valdifiori». Detto, (quasi) fatto. Il centrocampista italiano è ad un passo dal Torino e il guineano è in attesa di veder pareggiata l’offerta contrattuale giallorossa (800mila euro più bonus) per dire sì al club di De Laurentiis che ha superato l’offerta di Sabatini. È la terza volta sempre che al ds non riesca il colpo di coda che la Roma non riesce a chiudere un’operazione già avviata e prossima alla conclusione. Era accaduto per il riscatto di Digne e per l’acquisto del giovane Schick (finito alla Sampdoria per 4 milioni): ora è toccato a Diawara. Questo non preclude che la Roma possa completare il proprio mercato con successo. L’impressione, però, è che per arrivare alle prime scelte che a Trigoria hanno in testa (almeno in mediana, dove l’obiettivo è un regista: Tielemans, Borja Valero o Badelj) e non accontentarsi del low cost che resta, fondamentale sarà l’esito del preliminare di Champions. Prima del doppio impegno europeo, potrebbe però arrivare il difensore: continuano infatti i contatti con Fazio. Ventinovenne argentino con passaporto comunitario, piede destro e poca propensione (è alto 190 centimetri) a spostarsi sulla fascia, lo scorso anno dopo il trasferimento al Tottenham è tornato al Siviglia dove però ha giocato poco. È sul mercato e in Premier non vuole più rimanere: potrebbe arrivare in prestito gratuito con diritto di riscatto minimo. Costa invece una decina di milioni Ziyech, esterno offensivo del Twente: se parte Iturbe (Bologna, Atalanta o Malaga), inserendo H’Maidat, può arrivare. Sadiq piace all’Atalanta che segue anche Ricci (richiesto dal Genoa), Casasola vicino al Cadice, Capradossi ha messo in stand-by il Cesena e ora è conteso dal Brescia e dallo Spezia. Ha detto no invece il terzino destro dello Stoccarda, Grosskreutz: «L’interesse della Roma mi onora ma sono un uomo di parola e resterò per raggiungere i nostri obiettivi».
IL RISPARMIATORE – Quello che sorprende in questa sessione di mercato è il limitato margine di manovra di cui gode Sabatini. Ne è dimostrazione il sostanziale pareggio tra entrate e uscite. Sembra come se il ds sia costretto a muoversi con il bilancino, dopo aver chiuso l’esercizio al 30 giugno spostando a quello successivo (dunque all’attuale) i saldi negativi dei riscatti di Ruediger (9), El Shaarawy (13), Gyomber (1,5), Nura (2,5) e Sadiq (2,5). Totale: 28,5 milioni. Se si aggiungono i 16,5 milioni di Gerson (ai quali vanno detratte due rate pagate prima del 30 giugno: 2,5+4,5) e gli 8 pagati per Alisson, oltre ai 3 girati all’Empoli per il prestito di Mario Rui, uno all’Arsenal per Szczesny e i 2 per Juan Jesus, si arriverà ad una somma vicina ai 51 milioni. A queste uscite, rispondono le cessioni di Pjanic (32), Sanabria (7,5), Ljajic (8,5), i prestiti onerosi di Doumbia (2), Zukanovic (1) e Castan (0,5) oltre alle cessioni di Crescenzi (0,3) e Vestenicky (0,5). Totale: 52,3 (nel conteggio non dovrebbero figurare infatti Politano e Mazzitelli, entrate per 7 milioni, che sono finiti nel precedente esercizio). Dai conteggi, si evince la meticolosa attenzione mostrata dalla Roma sul mercato. Che nel frattempo, in ottica fair play finanziario (futuro), rispetto alla passata stagione è riuscita a risparmiare negli ingaggi. Premettendo in questo caso che i conteggi vengono effettuati al lordo perché il risparmio è comprensivo della tassazione (e che il calcolo stesso non prende in considerazione i bonus) a Trigoria tra partenze e arrivi, si sono alleggeriti di una trentina di milioni, buon punto di partenza considerando che nel 2018 il club dovrà raggiungere il pareggio dei conti secondo i patti stilati con l’Uefa per il fair play finanziario.
(Il Messaggero – S. Carina)
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