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Roma, c’è l’Europa da difendere ora
AS ROMA NEWS VERONA MOURINHO – L’occasione che non ti aspetti. Perché sarà anche vero che Inter e Juventus, vincendo, sono tornare in piena zona Champions. Ma l’inatteso ko interno della Lazio contro la Salernitana regala un’opportunità imperdibile. Come riferisce Il Messaggero, battendo questa sera il Verona (reduce da 6 ko consecutivi, per la terza volta nella sua storia in Serie A: nelle altre due occasioni in cui è accaduto – 2018 e 1979 ha poi perso anche la settima gara) Mourinho dall’attuale 6° posto in condominio con Allegri e Sottil, balzerebbe addirittura al 4°, pronto poi domenica prossima ad allungare nel derby. In mezzo il Ludogorets, con un Olimpico già pronto da 10 giorni a regalare il solito trasporto di emozioni, passione e presenze, del quale questa Roma incerottata ha bisogno.
Alla lista degli infortunati, si è aggiunto infatti Spinazzola, lesione al retto femorale, ko che costringerà José a riproporre Karsdorp, non al meglio, potendo contare sul rientro almeno in panchina di Celik. Non è però il tempo di lamentarsi. Il portoghese lo sa bene e forte di tre vittorie consecutive in trasferta in campionato (Empoli, Inter e Sampdoria), non vuole fermarsi. L’obiettivo è quello di arrivare alla sosta tra le prime quattro e con in tasca il pass per i playoff da disputarsi poi con gli “squali falliti della Champions” a febbraio, quando potrà contare nuovamente su Dybala e Wijnaldum, non due qualunque.
È una Roma diversa quella che scenderà in campo a Verona. A Helsinki s’è tornati a giocare infatti con i due trequartisti dietro Abraham, il modo migliore per azionare Tammy e farlo uscire dal torpore nel quale sembrava esser caduto dall’inizio della stagione. Il 3-5-2, però, è soltanto accantonato. José ha capito che, aspettando il miglior Spinazzola e il rientro di Gini in mediana, se non hai un calciatore alla Perisic che regala strappi e superiorità numerica in fascia, la squadra diventa monotona e prevedibile. Chissà che questo profilo simil croato non possa rivelarsi Solbakken, ormai giallorosso, e atteso a fine anno a Trigoria.
Nell’attesa e considerando la mancanza di Dybala, meglio puntare sul modulo che ha rappresentato la stella polare della passata stagione. Un ritorno all’antico che non dovrebbe però cambiare l’approccio alla partita. La Roma è la squadra in serie A che sviluppa meno il pressing nella metà campo avversaria: solo 56 recuperi offensivi (l’Inter è a quota 101, il Napoli a 98) e appena 108 interruzioni alte delle sequenze avversarie (l’Atalanta di Gasp ne ha effettuate 71 in più, 179), che la rendono fanalino di coda in questa speciale graduatoria in Serie A.
Ma questa che molti criticano, è una scelta di Mou che in momento di difficoltà con una squadra che ormai gioca ogni 72 ore da un mese (1° ottobre) e nei secondi tempi appare andare in apnea più mentale che fisica, ha deciso di aspettare l’avversario con un baricentro basso e puntare sulle qualità specifiche dei suoi ragazzi. Spazio quindi alle parabole di Pellegrini, agli strappi di Zaniolo, alle geometrie di Cristante, alle accelerazioni di Zalewski, alla vena ritrovata di Abraham (che tuttavia con i due gol segnati ha lo stesso identico rendimento realizzativo dello scorso campionato dopo le prime 11 giornate) e alla capacità di far male da palla-ferma (già 5 reti in stagione).
Mou non è tipo da calcoli. Ma in cuor suo sa che vincere questa sera al Bentegodi e bissare giovedì in Europa League contro il Ludogorets, sarebbe il miglior biglietto da visita per il derby. Dove in gioco non c’è la supremazia cittadina ma qualcosa di più importante e prezioso: lo slancio necessario per ribadire la propria candidatura nella prossima Champions. Anche perché tra Napoli, Atalanta, Lazio, Inter, Roma e Juventus, due sono di troppo.
La rincorsa per un posto al sole parte questa sera, anche per invertire un fastidioso tabù. Verona ha rappresentato il primo ko di José in giallorosso e considerando la vittoria a tavolino del 2020 (caso liste legato a Diawara), i gialloblù si presentano alla gara di oggi forti di due successi consecutivi. È dal triennio 1984-86 che i veneti non ottengono tre vittorie casalinghe di fila contro i giallorossi. Era però il Verona di Bagnoli, con Galderisi, Di Gennaro, Elkjær e Briegel in rosa, capace di vincere uno storico scudetto e disputare l’allora coppa dei Campioni. Nulla a che vedere con quello di Bocchetti che annaspa disperatamente in fondo alla classifica.
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