ULTIME NOTIZIE AS ROMA BOLOGNA – Il copione è scontato: «Ora è decisivo battere il Bologna, poi penseremo all’Ajax». Rinfrancato dal successo di Amsterdam, Fonseca prova a rimanere aggrappato al treno Champions anche in campionato, scrive Il Messaggero.
La strada in Europa, benché più rapida, rimane insidiosa. Mollare quindi adesso con 9 gare ancora da disputare, potrebbe rivelarsi un boomerang. E poco importa se le analogie con la stagione scorsa sono sempre più sinistre. Lo scorso anno, infatti, la frenata arrivò nel post-Covid: tre ko (consecutivi) nelle prime quattro partite, scivolando con la sconfitta di Napoli (30° giornata) mestamente a – 15 dal quarto posto. Gap ridotto in parte (-8 alla fine) con 7 successi nelle restanti 8 gare, arrivati però a obiettivo svanito.
Ora, dopo 29 giornate, la distanza è minore (-7) ma la sensazione è la stessa. Anche perché gli avversari sono due in più e il sesto posto della Lazio dista potenzialmente 4 punti. Paulo però ha il dovere di provarci. Più volte il campionato ha dimostrato di non seguire un filo logico e il calendario da qui alla fine prevede soltanto tre scontri diretti (Atalanta, Lazio e Inter), uno dei quali potrebbe trovare la squadra di Conte già campione d’Italia.
All’andata con il Bologna non ci fu storia: 5 gol nel primo tempo e spazio alla Roma più bella, dove funzionava tutto. Ora quella Roma così entusiasmante non c’è più. Ce n’è un’altra: più operaia, incline al sacrificio e alla sofferenza che sogna il colpaccio in Europa League. Il presente, però, ha il volto di Mihajlovic: «Il Bologna è una squadra aggressiva – il monito del tecnico – i giocatori hanno capito che la prossima partita è sempre la più importante». Tradotto: nessuna disattenzione. Soprattutto per lui. Perché al di là delle parole, la gara che conta è quella di giovedì.
La difficoltà sarà dunque scegliere chi mandare in campo nel pomeriggio, non abbassando troppo la competitività ma non rischiando nulla in vista del ritorno contro l’Ajax. Considerando che Smalling e Spinazzola sono out (ieri il laterale ha effettuato un’ecografia, oggi si deciderà per la risonanza ma è forte il rischio di una lieve lesione al flessore), e Mkhitaryan partirà dalla panchina, in avanti toccherà a Mayoral, supportato da Carles Perez e Pellegrini. Il dubbio è dietro: se gioca Fazio nel terzetto difensivo, sulle fasce Karsdorp agirà a destra (ma da scartare il debutto dal primo minuto di Reynolds) e Peres (squalificato in Europa) a sinistra. Altrimenti con Karsdorp arretrato (come a Reggio Emilia), Peres a destra e Calafiori a sinistra.
Sul suo futuro, Fonseca si chiude a riccio: «Non è importante. Sono focalizzato sul presente, è importante la Roma». Parole che sembrano nascondere una decisione già presa. Se gli è stata comunicata o è stato lui a comunicarla, sarà il tempo a stabilirlo. La difesa di Pinto nel pre-gara di Amsterdam, alla fine ha alimentato l’incertezza. Perché anche il gm, a domanda diretta, ha parlato di «presente, siamo concentrati solo su questo». Una sorta de La vita è adesso’ di Baglioniana memoria, che mal si sposa con un’iniezione di fiducia con sguardo al domani.
Il tecnico rimane dunque aggrappato ai risultati, consapevole che se cadrà, lo farà in piedi: piace a Zenit e Benfica, in Italia sondaggi di Napoli e Fiorentina. La Roma, dal canto suo, non può non prendere in considerazione le possibilità che offre il mercato. Alcuni treni (Allegri e Sarri) passano ora, difficilmente lo faranno anche l’anno prossimo. Lo stesso Pinto, pur sostenendo pubblicamente Paulo, guarda sia in Portogallo (Coinceçao e Amorim) che in Italia (Juric). Forse, a fotografare il momento, è perfetto un aforisma di Madre Teresa di Calcutta: «Ieri è passato. Il domani non è ancora arrivato. Abbiamo solo l’oggi, cominciamo». Spazio dunque a Roma-Bologna.
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