James Pallotta e Monchi

NOTIZIE AS ROMA DI FRANCESCO – Il tempo, dentro il centro sportivo Fulvio Bernardini, è come se si fosse fermato. Oggi come ieri, la situazione è quella di 2 mesi e mezzo fa, dopo il ko di Bologna: la squadra di nuovo in ritiro punitivo a Trigoria, il metodo più antico per addossare ogni colpa ai giocatori. Ma, come lo scorso 23 settembre, la proprietà Usa non scagiona l’allenatore. Che rischia sul serio e più di prima.

Di facciata, dunque, la fiducia, confermata ovviamente per interposta persona. Monchi lo sostiene, tenendolo in piedi. Al massimo altri 7 giorni, fino alla partita della verità domenica sera all’Olimpico, contro il Genoa: dentro o fuori, come lo sono già state le altre gare casalinghe. Quelle contro il Frosinone e l’Inter. E, in mezzo, pure il derby. Pallotta ha scaricato Eusebio dopo la sconfitta al Dall’Ara.

E, la sera del 27 novembre, non è bastata al presidente la qualificazione agli ottavi di Champions che ha portato, dentro il forziere giallorosso, altri 65 milioni dopo i 100 abbondanti della passata edizione. Il rendimento scadente in campionato ha provocato il suo disgusto che è montato negli ultimi 78 giorni Pallotta non ha ancora scelto l’erede. Baldini gli ha messo sul piatto d’argento Paulo Sousa. E, come alternativa, Blanc. Proposto Montella che però non farebbe mai questo sgarbo all’amico. Prima vorrebbe parlarci. Monchi frena su qualsiasi candidatura e prepara l’addio anticipato in caso di esonero dell’attuale tecnico.

C’è chi sostiene che la proprietà, a questo punto, preferisca prendere di petto il problema solo nel 2019, cioè a gennaio, in coincidenza con l’inizio del nuovo anno e con lo stop del campionato. Il nuovo tecnico arriverebbe durante la pausa e comincerebbe in panchina il girone di ritorno (come accadde a Spalletti quando subentrò a Garcia nel gennaio 2016), magari dopo il rodaggio contro l’Entella nell’ottavo di Coppa Italia. E’ un’ipotesi che nessuno smentisce.

I giocatori, ai quali già a Cagliari si è dedicato pure Totti, hanno preso atto del nuovo ritiro ad oltranza. Di Francesco ha usato parole pesanti e mirate per responsabilizzare il gruppo. Proprio come ha fatto Monchi, poi rimasto a dormire al Bernardini. Pure lui è deluso dal comportamento dei calciatori, presuntuosi e distratti in campo. Spesso anche fuori.

(Il Messaggero – U. Trani)



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