Secondo posto uguale paradiso, terzo come un limbo infernale. Alla Roma il compito di non farsi risucchiare nell’imbuto che la condannerebbe ad un’altra estate di fatiche premature e di preservare ad ogni costo quel punticino in classifica per cui Spalletti resta, e resiste, sopra a Sarri. Ma come?
Il calendario non la aiuta, i bookmakers la danno già per spacciata e gli azzurri sembrano adesso i veri favoriti per la volata finale. La sconfitta nel derby ha rimesso tutto in discussione, proprio quando i giallorossi si sentivano le chiavi in tasca per aprire la porta del grande palcoscenico europeo e adesso sembrano averle smarrite per strada. I numeri, pero, dicono sempre la verità e quel +1 sui partenopei qualcosa dovrà pur valere. Cioe: senza dubbio il Napoli in agenda ha sfide decisamente meno impegnative, ma deve vincerle tutte e sperare in un passo falso di chi sta davanti per approfittarne. Il che significa che il destino fa ancora da padrone a Trigoria. Una semplice presa di coscienza basta per vedere le cose dalla prospettiva più rosea, poi è ovvio che le gambe iniziano a tremare quando il primo appuntamento con i tre punti a Milano, fronte rossonero, e il secondo in casa contro la Juventus pronta ad alzare lo scudetto «in faccia» ai tifosi romanisti.
Nel frattempo la squadra di Sarri dovrà vedersela con il Cagliari al San Paolo e poi andare nella Torino granata. Il confronto non regge, sulla cartai prossimi due turni sorridono agli azzurri, che giocano questo sabato e possono mettere pressione alla Roma scavalcandola per almeno 24 ore. A San Siro i giallorossi potrebbero scendere in campo da terzi in classifica e non avrebbero altro risultato che la vittoria. Montella difficilmente potrà fare il romanista e «scansarsi», perché il suo Milan è legato all’Europa League da un filo sottilissimo e nel match successivo ha lo scontro diretto con l’Atalanta, a Bergamo, per provare a salire al quinto posto. Il sesto sembra una rogna da cui girare alla larga: facendo la media punti delle tre concorrenti, Milan, Inter e Fiorentina, nelle ultime 4 partite viene fuori una media di 0,75 punti a gara. I 75 punti che la Roma ha adesso Garcia li aveva fatti con due giornate in meno (32) nell’anno da record chiuso a quota 85 con la Juve a 102. Ne basteranno molti di meno ad Allegri stavolta per laurearsi campione d’Italia: se vincesse il derby sabato e i giallorossi non riuscissero a battere il Milan domenica, esulterebbe davanti alla tv e all’Olimpico si presenterebbe dopo la sbornia dei festeggiamenti.
Ma ipotizzare una Juventus molle nella passerella romana appare difficile e, soprattutto, potrebbe non bastare più, se la premessa è una non vittoria a Milano. Le tabelle non s’hanno da fare, la Roma deve tirare fuori le unghie e fare 12 punti per conquistare l’obiettivo Champions. Non le è più permesso sbagliare da qui alla fine e ha il dovere di crederci. Ma dovrà ritrovare gli equilibri perduti, in particolare in difesa, e farlo senza lo squalificato Rüdiger raddoppia il problema: probabilmente tornerà titolare Bruno Peres, in cerca di riscatto dopo be ultime scadenti prestazioni. «Dobbiamo ritrovare le nostre qualità e avere la solidità mentale per reagire», l’invito a non mollare di Spalletti.
Ricominciare dai tre punti è l’unica vera soluzione al problema. Con Milan, Juventus, ma anche Chievo e quel Genoa che all’ultima giornata rischia di doversi giocare ancora la salvezza. La chiave del destino è in mano alla Roma, che deve tenersela stretta, anche perché la Champions porta soldi in cassa con cui Monchi (oggi la presentazione, 13.30) costruirà la squadra del futuro, partendo da un obiettivo “vecchio”, Kessié: doamni incontro a Milano per risolvere il nodo ingaggio.
(Il Tempo – E. Menghi)
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