AS ROMA NEWS – Che poi a scorrerli tutti sembrava veramente di vedere un’altra squadra, quasi per intero fatta di titolari. Perché poi è vero che José Mourinho sta valorizzando tanti giovani in casa giallorossa (ieri con la prima squadra c’era anche Giovanni D’Aprile, difensore centrale della Under 18), ma a San Siro – domenica scorsa – aveva una panchina di alto livello. Basta ributtarci un occhio per capire anche perché la Roma (ieri si è dimesso Paolo Monguzzi, Venue Business Director: il principale fautore dei sold out giallorossi dovrebbe passare alla Juve) è riuscita in corsa a cambiare la partita, scrive La Gazzetta dello Sport.
In corsa, infatti, contro il Milan sono entrati Matic, El Shaarawy e Belotti (insieme al giovane Tahirovic), a tutti gli effetti tre potenziali titolari, ma poi al fianco di Foti (Mourinho era out per squalifica) c’erano anche altri giocatori come Spinazzola, Camara, Vina, Shomurodov e Solbakken. Oltre a Kumbulla, ad esempio, uno che viene considerato ancora giovane (perché di fatto lo è), ma che due stagioni fa è stato valutato la bellezza di 30 milioni di euro (tra il cash e la cessione al Verona dei vari Cetin, Cancellieri e Diaby).
E tutto questo senza Karsdorp e in attesa di un certo Wijnaldum, che renderà ancora più lunghe le opzioni di scelta. Ieri si è diffuso un po’ di allarme sul suo rientro, ma in realtà il percorso è in linea con quanto previsto: Gini tornerà con il gruppo tra due settimane, per poi poter essere a disposizione a inizio febbraio, magari in una delle partite in programma contro Empoli (il 4 ) o Lecce (l’11). Il consulto in Olanda era per capire se fosse possibile accelerare i tempi, cosa che si è preferito però di evitare.
Insomma, ora che Paulo Dybala è di nuovo a disposizione e che l’infermeria si sta per svuotare del tutto, nella rincorsa alla Champions League (che oggi dista solo tre punti) Mourinho avrà la possibilità di puntare su una profondità di rosa non banale. Con tante soluzioni diverse e opzioni di scelta che gli permetteranno di cambiare pelle alla Roma dal via, ma volendo anche in corsa. Come successo a San Siro, appunto, dove l’allenatore portoghese ha potuto mettere dentro tre titolari veri che gli hanno permesso di acciuffare un pareggio fino a quel momento insperato quasi da tutti i giallorossi. Considerando solo i big, in panchina c’erano 17,1 milioni di ingaggio, che lievitano fino a oltre 20 milioni se si considerano tutti i giocatori che Foti aveva con sé.
Poi, certo, c’è lo stato di forma, che magari per qualche giocatore non è ottimale in questo momento, è vero. Ma questo succede in tutte le squadre ed in tutte le rose. È il caso ad esempio di Leonardo Spinazzola, uno che prima dell’infortunio al tendine d’Achille era considerato tra i più forti terzini sinistri al mondo e che oggi invece insegue ancora un rendimento che possa essere considerato almeno sufficiente. O lo stesso Matic, appunto, che dall’alto dei suoi 34 anni non può certo giocare tutte le partite, ma che all’interno delle rotazioni può lasciare il segno anche in soli 20-30 minuti (come già successo, del resto, nel corso di questa stagione). O anche Shomurodov e Vina, due che per motivi diversi finora hanno giocato poco e che magari hanno perso per strada un po’ di fiducia e di autostima, ma che sulla carta sono quantomeno due buone alternative.
Infine Camara, appunto, che nella parte finale del 2022 – quella prima della sosta del Mondiale – aveva fatto bene, ma che ora sembra invece scivolato indietro nelle gerarchie. Al contrario di El Shaarawy, che grazie alla sua versatilità un posto dal via o in corsa lo trova spesso. Il Faraone è in scadenza, la Roma ancora non ha deciso cosa voler fare (il rinnovo non sembra però facile), ma Mou lo apprezza e ne sfrutta la duttilità. E poi bisogna anche capire cosa succederà con Zaniolo, soprattutto quando tornerà Wijnaldum. Nicolò in questo momento non riesce a trovare ritmo e continuità, in questa panchina d’oro presto potrebbe finirci anche lui. Come è già successo ad Abraham contro il Bologna…
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