(Il Messaggero – U. Trani) La Roma riscopre il gusto dolce della Champions, dopo aver assaporato, l’anno scorso, solo quello amaro dei playoff di agosto contro il Porto, con l’esclusione dalla fase a gironi. All’Olimpico, domani sera, l’Atletico di Simeone. Cioè l’altra formazione di Madrid, tanto per riprendere il filo interrotto il 17 febbraio del 2016 contro il Real di Zidane, ultima gara interna dei giallorossi in questa competizione: ko quella notte, contro i futuri campioni d’Europa, nell’andata degli ottavi e anche al ritorno, l’8 marzo, con lo stesso risultato (2-0).
NUOVO CORSO – La fase a gironi non è una novità per la Roma: questa diventa la decima partecipazione, la terza nelle ultime quattro stagioni. E’ invece, inedita per Di Francesco che si è dovuto accontentare, l’anno scorso, di giocare solo quella dell’Europa League con il Sassuolo, con la qualificazione raggiunta passando attraverso i preliminari. L’allenatore, domani sera, farà insomma la sua prima esperienza nella Champions che non è mai riuscito a vivere nemmeno da calciatore, limitandosi, sempre con il club giallorosso, alla Coppa Uefa, giocata per tre stagioni di fila. Davanti al suo pubblico, Eusebio verificherà il momento della squadra che non è scesa in campo nell’ultimo weekend, bloccata nella Capitale dall’allarme meteo di sabato in Liguria.
RACCOLTO MINIMO – L’Atletico, per ricominciare, non è sicuramente l’avversario ideale. Negli ultimi quattro anni è sempre stato primo nella fase a gironi, nell’ultima stagione è caduto in semifinale contro il Real che in precedenza lo ha battuto nelle finali di Lisbona nel 2014 e di Milano nel 2016. Si è arreso, quindi, solo nei derby, perché anche nel 2015 uscì ai quarti contro i nemici di sempre. La Roma, con la gestione Usa, fatica invece a vincere in Champions: solo 2 successi in 14 partite (in 16, se si contano anche i play off, mai giocati prima della passata edizione), entrambi con Garcia in panchina e sempre in casa, 5 a 1 contro il Cska Mosca nel 2014 e 3 a 2 contro il Bayer Leverkusen nel 2015.
CACCIA AL GOL – La vittoria, dunque, manca dal 4 novembre del 2015. Proprio dalla sfida contro il Bayer Leverkusen che coincide, tra l’altro, con l’ultima rete dei giallorossi all’Olimpico. Segnarono Salah e Dzeko, prima del rigore decisivo di Pjanic. Da quella notte, il buio dentro casa. Con prestazioni deludenti: lo 0 a 0 bocciato dai fischi dei tifosi contro il Bate Borisov, utile comunque per la qualificazione, e lo 0 a 2 contro il Real, con Spalletti da un mese in panchina. In più c’è da aggiungere anche lo 0 a 3 nel ritorno del play off contro il Porto. L’ultimo gol in Champions, però, è di Dzeko che, il 24 novembre del 2015 al Camp Nou, realizzò nel recupero la rete della bandiera nel 6 a 1 contro il Barçadi Luis Enrique. Nell’andata del play off nel 2016, allo stadio Dragao, la Roma si fermò all’autogol di Felipe. Ma Dzeko, a digiuno in quelle due partite, si è poi scatenato inEuropa League, chiudendo da capocannoniere, come in serie A, con 8 reti in 8 partite, trono diviso a metà con Giuliano dello Zenit, e imitando Voeller, ultimo centravanti giallorosso a essere incoronato (con 10 reti spinse la Roma, nella stagione ‘90-‘91, in finale di Coppa Uefa).
MEZZO STADIO – Non ci sarà il pieno da Champions, però. La società giallorossa punta a riempire più di mezzo Olimpico, arrivando almeno a 40.000 presenti (gli abbonati sono 16.000 e i biglietti finora venduti poco più di 14.000), cioè come nel debutto del club di Pallotta in questa manifestazione, il 13 settembre 2014, contro il Cska: 40.888 spettatori per un incasso di 2.082.990. Più o meno quelli del play off di ritorno, il 23 agosto 2016, contro il Porto: 39.866. Niente a vedere con i 62.292 del 21 ottobre del 2014, la notte dell’1 a 7 umiliante contro il Bayern, con l’incasso record di 3.722.563 euro.
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