Antonio Conte

(Il Giornale – A. Malerba) Due mesi fa, quando Francesco Totti ha estratto dall’urna il Chelsea e l’Atletico Madrid, moltissimi romanisti avrebbero firmato per arrivare alla quarta partita del girone di Champions imbattuti (cosa mai successa in passato) con 5 punti in classifica e 3 di vantaggio sulla terza. È un margine importante e, a condizione di battere il Qarabag all’Olimpico nell’ultima partita, significa che se i giallorossi questa sera riusciranno a ripetere l’impresa di non perdere col Chelsea il 22 novembre potranno andare a giocare sul campo dell’Atletico per due risultati su tre. Insomma, nonostante avversarie di livello assoluto la qualificazione agli ottavi è tutt’altro che una chimera e con essa la possibilità di riempire ulteriormente il portafogli: fin qui il club di Pallotta tra gettone di presenza, quota di market pool e premi per una vittoria e due pareggi ha già messo via 34,5 milioni, a cui vanno aggiunti un milione e 800mila euro dell’incasso di Roma-Atletico Madrid.

Accedere alla fase successiva varrebbe altri 6 milioni, più un’altra fetta di market pool, più altri premi legati ai risultati, più altri incassi: più si va avanti e più si guadagna, basti pensare che la Juventus, arrivando in finale nella scorsa edizione, ha portato a casa più o meno 109 milioni. Al tema dei soldi la proprietà americana della Roma è sempre stata molto sensibile e c’è da credere che in particolare lo sia adesso. La società è ancora sotto esame da parte dell’Uefa per quanto riguarda il Fair Play Finanziario (il risultato economico conseguito al 30 giugno non ha rispettato pienamente i parametri rendendo necessari ulteriori approfondimenti) e nel frattempo, cinque giorni fa, ha deliberato un nuovo aumento di capitale da 120 milioni. Nessun allarme particolare, per carità, ma è chiaro che monetizzare al massimo quest’altro giro in Championsdiventa ancora più importante. E allora Roma-Chelsea diventa uno snodo importantissimo, è la partita che può orientare il percorso europeo. L’Olimpico tornerà finalmente a riempirsi (sono previsti 50mila spettatori, di cui circa 2mila inglesi) e dopo il turnover col Bologna Di Francesco tornerà ad affidarsi agli uomini migliori, infortuni permettendo.

Le buone notizie arrivano da Manolas che è recuperato, da Emerson tornato a lavorare col gruppo e da Defrel che sta smaltendo la leggera distorsione alla caviglia. Quelle cattive da Bruno Peres – ha una lesione di primo grado alla coscia destra e salterà sicuramente anche la Fiorentina – e da Schick: il ceco «sente ancora dolore quando tira in porta» (questa la versione ufficiale) e non è stato convocato. «Voglio la stessa mentalità di Londra», ha detto Di Francesco che probabilmente ha un unico dubbio tra Strootman e Pellegrini. Conte, per la prima volta in Italia con un club dopo l’addio alla Juve, proverà a recuperare Kanté almeno per la panchina. Arbitra lo svedese Eriksson che già diresse Roma-Bayern Monaco 1-7: con tutti gli scongiuri del caso, la miglior difesa del campionato dovrebbe fare in modo che la storia non si ripeta.



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