AS ROMA NEWS FEYENOORD MOURINHO DE ROSSI – È il destino di un incredibile déjà vu: la Roma non voleva essere qui perché contava di vincere il suo girone, il Feyenoord sperava di avventurarsi in altri sentieri qualificandosi per gli ottavi di Champions, scrive il Corriere dello Sport.
E invece rieccole una di fronte all’altra, con il convitato di pietra Mourinho che è rimasto nei pensieri del collega Slot e il senso di un’ossessione che è una scia luminosa dei sorrisi di circostanza: gli olandesi hanno perso tre volte su tre con la Roma, inclusa la finale di Tirana. La rivincita per loro è un’esigenza.
Al debutto europeo da allenatore, Daniele De Rossi dovrà badare anche all’elemento emotivo: per il Feyenoord questa sfida ha un valore che supera la “semplice” qualificazione agli ottavi. È una specie di crociata sportiva, con tutti i pro e i contro di un approccio feroce al gioco. A Rotterdam aspettano la Roma da due mesi, cioè dal giorno del sorteggio: lo stadio De Kuip è esaurito, 45.000 spettatori, e sarà tutto colorato di biancorosso.
Ai tifosi italiani, per i precedenti burrascosi legati all’ordine pubblico, è stato impedito di comprare i biglietti, così come accadrà agli olandesi la prossima settimana all’Olimpico. La Roma insomma non troverà un clima amichevole: a dispetto della scritta Welkom (benvenuti) che illumina l’ambiente in una giornata di cielo grigio e pioggia incessante, il fattore campo per il Feyenoord è una cosa seria.
In questo stadio De Rossi ha già vinto una delle 99 partite internazionali – Coppa Libertadores compresa – vissute da calciatore a livello di club. Era il febbraio 2015, ancora all’altezza dei sedicesimi di finale, con Rick Karsdorp giovane terzino in ascesa nel Feyenoord. Decise la qualificazione il gol di Gervinho, bersagliato dalle banane gonfiabili lanciate dalle tribune.
Stavolta alla Roma potrebbe andar bene un pareggio, per poi puntare tutto sul sold out del Foro Italico per raggiungere gli ottavi. In fondo, con Mourinho, questa squadra è stata capace di vincere in trasferta in Europa solo una delle ultime otto partite, in casa del piccolo Sheriff. Nemmeno a Ginevra contro il Servette, nonostante la presenza di Lukaku e Dybala, è riuscita a portarsi via la cena.
Certo, dal punto di vista tecnico questa gita olandese potrebbe fornire qualche vantaggio. Se è vero che Slot dovrà rinunciare a quattro o cinque titolari, compreso il faro della fascia Geertruida che sta combattendo l’influenza, la Roma troverà una squadra meno forte rispetto all’ultima volta, quando al De Kuip perse 1-0 quasi per caso: si lasciò trapassare dal tiraccio del mediano Wieffer e non seppe segnare nonostante un rigore a favore, sbagliato da Pellegrini, e tante occasioni nel secondo tempo.
All’epoca servì Dybala, infortunato dopo pochi minuti a Rotterdam e decisivo all’Olimpico con un balletto abbagliante nell’area olandese, per meritare la chance dei supplementari. Stavolta invece De Rossi ha bisogno di una buona risposta collettiva alla prima delusione, il 2-4 contro l’Inter che ha avuto un impatto sull’umore del gruppo.
Sarà interessante anche capire come DDR vorrà giocarsi la partita. Il Feyenoord è una squadra con una precisa filosofia di gioco, proverà a tenere il pallone e a chiudere l’avversaria nella propria metà campo sfruttando i fraseggi in velocità, a costo di concedere palloni pericolosi. Contro questo stile, Mourinho in qualche modo se l’è sempre cavata grazie al colpo del singolo: Zaniolo a Tirana, Dybala appunto nei quarti 2023.
De Rossi invece vorrà proporre la sua idea, senza lasciarsi intimorire. È una prima volta significativa per lui, non solo per la scoperta dell’Europa alla centesima partita internazionale ma anche perché ne testerà l’abilità di leader: giocando ogni tre giorni, sarà fondamentale dosare le energie e sfruttare le riserve. Si diventa grandi quando si allena ma anche quando si gestisce.
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