Tammy Abraham, Nicolò Zaniolo

AS ROMA NEWS LEICESTER ABRAHAM ZANIOLO – Potrebbe essere il canto del cigno. Oppure no, soltanto il grido di battaglia che schiude le porte di un nuovo racconto dal sapore di storia. Nicolò Zaniolo e Tammy Abraham hanno addosso le stimmate del futuro che molto probabilmente li separerà per esigenze e bisogni. Ma mai come stasera tutto questo non conta nulla, scrive La Gazzetta dello Sport.

Ciò che importa è quel ponte pronto a distendersi fra presente e passato, utile a superare mezzo secolo di digiuno europeo. L’ultima volta, nel 1972, fu la Coppa Anglo-Italiana (scherzi del destino) e prima ancora la Coppa delle Fiere nel 1961. Troppo poco per una squadra chiamata a rappresentare la metà del cielo di una città che si chiama Roma. Proprio per questo i due attaccanti sono chiamati a togliere la polvere dall’abito buono della festa battendo il Leicester e schiudendo le porte della finale di Tirana.

Impossibile fare ipotesi su chi ci tenga di più a mettere la firma su una notte da settantamila cuori giallorossi. Certo, Zaniolo sembra avere addosso la carica dell’ansia, quella di chi debba dimostrare qualcosa prima dell’addio. Non nascondiamolo: se José Mourinho decidesse di schierare una formazione prudente a una sola punta, l’attaccante sacrificato sarebbe senz’altro Nicolò, ma al momento sembra una (legittima) ipotesi di scuola.

D’altronde, visto che la dirigenza e il giocatore, in estate, hanno il reciproco interesse di separarsi per costruire un futuro migliore, la sensazione è che la Roma voglia metterlo in vetrina il più possibile in questo finale di stagione, attirando ancor di più le tante sirene che cantano per il Predestinato.

Il bilancio dell’annata parla di soli 7 gol realizzati, ma le reti – come i voti di certe elezioni – a volte non si contano, si pesano. E quelli che potrebbero portare a una finale di Conference League sarebbero macigni utili per la gloria. Insomma, il bambino che il giorno del suo esordio scambiò la maglia con Modric («era in lizza per il Pallone d’oro e gliela chiesi»), adesso è diventato grande.

Per questo ha raccontato: «Sarebbe stato da pazzi pensare che dopo due operazioni importanti avessi potuto segnare 25 gol, non è umano. Questo sapevo sarebbe stato un anno di rodaggio, per ritrovare i movimenti. Ora mi sento al centro per cento, sto bene». E allora non gli resta che surfare sull’onda di un tifo che si annuncia Special.

«I tifosi vivono per la Roma e questa passione la sentiamo anche noi. Ti trasportano e ti fanno entrare in campo con una carica pazzesca. C’è una grande differenza quando giochi in casa e quando giochi in trasferta. Ci aiuteranno di sicuro anche contro il Leicester. Anche perché siamo in piena corsa e alla Coppa ci crediamo».

Merito anche del feeling che ha con Abraham. «Tammy è forte, ha fisico, tecnica, tiro, velocità. È completo. Anche lui ovviamente deve migliorare, ma per me è fortissimo. Oltre a fare gol, sa vedere il compagno libero. Mi trovo molto bene con lui ed è anche una persona fantastica. È stata una bellissima scoperta».

In questi mesi, più volte l’attaccante inglese ha ricambiato i complimenti di Nicolò, ma stanotte occorrerà passare dalle parole ai fatti. L’Italia gli sta dando tanto e proprio lavorando in tandem con Zaniolo può ripagare l’attesa che cresce. «Alla Roma mi hanno fatto diventare una star», ha ammesso.

Motivo in più per dimostrare alla Premier League che forse l’errore di valutazione era stato il loro. Come riuscirci? Facile. Ad esempio riuscendo finalmente a segnare un gol al Leicester, visto che nelle sette volte in cui lo ha incontrato Tammy non ci è mai riuscito. Che l’attesa esista, lo dimostra il fatto che persino le agenzie di scommesse hanno quotato la possibilità, comprendendo come quello “zero” nella casella pesi all’ex del Chelsea.

D’altronde, anche per lui la voglia lievita col passare delle ore. All’andata la sua partita forse è stata per molti inferiore alle (alte) aspettative e forse anche per questo le l’ex nazionale Campbell pochi giorni fa, a chi gli chiedeva se l’Arsenal dovesse spendere 80 milioni per Abraham, ha risposto come la ciglia gli sembrasse elevata.

Ma al momento di trattative in questo senso non se ne parla. Vero che alla vigilia del match di Leicester l’attaccante aveva alzato comprensibili cortine fumogene rispetto al suo futuro, però la sensazione è che il matrimonio con la Roma sia destinato a durare ancora.

D’altronde, la famiglia Friedkin sta scoprendo la dolcezza che Roma sa offrire a chi ha imparato a vincere, e proprio per questo Abraham è il l’arma per un futuro da big, come da progetto. Un passo alla volta, naturalmente. Ma saremmo pronti a scommettere che l’aereo privato di famiglia è già tirato a lucido e con la prossima destinazione già inserita nel piano di volo. Si va a Tirana, in Albania. Basta che Nicolò e Tammy non facciano scherzi.



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