ULTIME NOTIZIE AS ROMA ATALANTA – Sarà l’ultima trasferta dell’anno ma la prima per importanza. Perché a Bergamo, sabato alle ore 15, va in scena una prova d’identità. Protagonista la Roma che dopo il successo contro lo Spezia ha agganciato la Juventus al sesto posto e ha ora la chance di riaprire il discorso Champions. L’Atalanta è terza a +9, il Napoli – che affronterà il Milan a San Siro – quarto a +8, scrive Il Messaggero.
Può sembrare strano sentir parlare a dicembre di crocevia ma tant’è: l’occasione è sul piatto, non bisogna lasciarsela sfuggire. E poco importa che i giallorossi si presenteranno senza Pellegrini, El Shaarawy, Felix, Spinazzola e con Smalling in dubbio. Perché «se dietro ogni problema c’è un’opportunità» (Galilei), quella di Bergamo non va sciupata.
Bisogna dare seguito al successo con i liguri e soprattutto ai propositi pre e post-gara («Per la Champions ci siamo anche noi», Cristante; «I conti si fanno alla fine, ogni partita è come una finale», Pinto) che rischiano altrimenti di trasformarsi in un campionario di frasi fatte. Tocca dunque a Mourinho regalare una speranza, da coltivare poi per il resto della stagione. Perché accontentarsi al termine del girone d’andata di un’annata di transizione, mal si concilia con uomo che ama le sfide. Anche impossibili, come lui stesso definì a GQ la decisione di accettare la proposta dei Friedkin: «Vado incontro a una nuova mission impossible». Dopo 4 mesi si è reso conto di non aver esagerato con le parole.
A Bergamo bisogna vincere. E per riuscirci bisognerà innanzitutto porre fine al tabù degli scontri diretti che continua ad essere una ferita aperta. Il 2 novembre 2019 è la data in cui la Roma vinse 2-1 con il Napoli di Ancelotti, bissando il successo di due settimane prima contro il Milan. Ma rappresenta anche l’ultimo acuto in un big match importante per la classifica.
Da allora sono state disputate altre 26 sfide con le big del campionato (compresa una di Coppa Italia) e sono state raccolte appena 2 vittorie che contavano però poco e nulla per gli obiettivi finali (arrivate alla 37° e alla 38° giornata). Per il resto, 16 sconfitte e 8 pareggi. Trend che non è cambiato nemmeno con l’approdo di José: 4 ko (Lazio, Juventus, Milan e Inter) e un pari (Napoli). Il significato di questo viaggio al Gewiss Stadium non va certo spiegato al tecnico, consapevole di quali possano essere gli ostacoli.
A cominciare dallo stato di forma di Zapata e compagni (6 successi consecutivi in campionato), passando per la rosa costruita dai Percassi e terminando con una velocità e aggressività nel gioco che da queste parti si vede poco e soprattutto a targhe alterne. Mou è pronto ad accettare la sfida allo specchio con Gasperini: 3-5-2 contro 3-5-2, formula che la Roma ha scelto, aspettando il rientro degli infortunati.
L’errore da non ripetere è quello commesso contro l’Inter. Squadra troppo bassa, incapace di effettuare un pressing convincente, in balìa del palleggio dei nerazzurri, svuotata e rassegnata sin dall’inizio. Se il copione è lo stesso, si rischia la brutta figura. Ma rispetto a quella sera, José avrà Abraham e al suo fianco Zaniolo che ha recuperato dall’affaticamento muscolare. Tocca alla giovane coppia prendere per mano la Roma.
L’Atalanta è forte ma non invulnerabile come ha dimostrato non più tardi di 6 giorni fa il Villarreal, 13° nella Liga a -23 dalla capolista Real Madrid dopo appena 17 giornate. Bisogna quindi crederci. Anche per onorare la presenza dei 1.127 tifosi che in poche ore hanno polverizzato la disponibilità del settore ospiti. Loro ci sono sempre. Ora tocca alla Roma.
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