(Leggo – F. Balzani) Oggi molti ristoranti della capitale si chiederanno dove sono andati a finire i loro clienti. Alle 13, infatti, la Roma (unica italiana rimasta in corsa e balzata ieri al 5° del ranking Uefa) a Nyon scoprirà l’avversario da affrontare nella storica prima semifinale della moderna Champions League. E c’è da scommettere che mezza città – Pallotta compreso – sarà davanti alla tv (diretta sul nuovo canale 20 di Mediaset). Stavolta la lista è corta: Real Madrid, Liverpool o Bayern Monaco. In tutto 22 Coppe dei Campioni così suddivise: 12 per i Blancos, 5 a testa per inglesi e tedeschi. La Roma è l’unica a presentarsi a mani vuote, ma con tanta voglia di stupire. Da una parte c’è il Real di Ronaldo che due anni fa la fece fuori agli ottavi ma che la Roma riuscì ad eliminare nel 2008. Dall’altra due bestie nere: il Liverpool dell’ex Salah che conquistò la Coppa Campioni nel 1984 proprio all’Olimpico contro i giallorossi. E il Bayern Monaco del famigerato 1-7 del 21 ottobre 2014.

«Non abbiamo preferenze. Sono tre grandi squadre, ma per noi ora è lecito sognare», ha detto l’ad Gandini mentre ieri Totti, durante un evento per la promozione della Formula E di Hugo Boss nello store di via Frattina, ha solo sorriso a chi gli chiedeva l’avversario preferito. Per scaramanzia Francesco ha preferito restare in silenzio e in mattinata partirà per Nyon. Lui che non ha mai raggiunto le semifinali di Champions, ma che ha rappresentato una sorta di amuleto nei sorteggi precedenti e che ha motivato la squadra nei giorni prima del ritorno col Barcellona. Ci sarà, invece, De Rossi presente pure lui ieri all’evento così come Baldissoni e Gandini che si godono il tesoretto Champions che si aggirerà oltre i 90 milioni. Queste semifinali rappresentato intanto per Di Francesco un record niente male: Eusebio è l’unico allenatore esordiente in Champions a entrare tra le prime 4 d’Europa al di fuori (che coincidenza) di 3 tecnici catalani: Luis Enrique, Vilanova e Guardiola. Pure Alisson si gode un obiettivo: insieme a Molina (ex Deportivo) è l’unico portiere nella storia della Champions a non aver subito gol in casa fino alle semifinali. «Una lezione di gioco, una partita perfetta», ha dichiarato il brasiliano.



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