Striscioni per Daniele De Rossi

AS ROMA NEWS VERONA DE ROSSI MOURINHO – Che all’Olimpico ci potesse essere un clima particolare lo sapeva lui per primo. Affetto e rabbia. Fischi e cori. Supporto e contestazione. Daniele De Rossi se lo aspettava. Perché «nessuno è capace come i tifosi della Roma di amare due persone nello stesso momento». Il nuovo e il vecchio allenatore. Insieme, scrive La Repubblica.

In questa surreale atmosfera di affetto per l’ex capitano tanto quanto quello per José Mourinho. Diversi gli striscioni esposti per l’allenatore portoghese. “Hai difeso la nostra Roma, ci hai portato alla vittoria. José Mourinho eterna gloria” si è alzato in Tribuna Tevere, insieme ad un “è stato un privilegio averti dalla nostra parte. Grazie José”. Altri due in Curva Nord. “Unico a difenderci. Ultimo ad arrendersi. Grazie José” e “Come pochi ci hai difeso e rappresentato. Ogni romanista ti sarà sempre grato”.

Enorme quello esposto dalla Curva Sud, silenziosa più del solito e senza bandiere: “Ci sono ricordi che non hanno contratti. Le corse e i sorrisi che ci hai regalato. Tutte le volte che ti sei schierato. Per il tuo romanismo sarai sempre rispettato. Grazie mister”. Più semplice e tenero quello esposto da una ragazza proprio dietro alla panchina giallorossa. “Ti amerò per sempre José. Ma adesso forza Danié”.

Perché all’interno del commiato al portoghese c’è stato l’esordio di De Rossi come nuovo allenatore della Roma. Visibilmente emozionato al suo arrivo allo stadio, nonostante i sorrisi di circostanza. Mille e settecento giorni dopo c’è stato il suo ritorno da “romanista”.

Stavolta non da calciatore ma per sedere sulla panchina giallorossa. Scortato da Dan e Ryan Friedkin. Con un gesto insolito, i proprietari hanno voluto fare il viaggio verso l’Olimpico nel pullman insieme alla squadra. In prima fila, accanto all’ex capitano. Dandogli l’in bocca a lupo finale praticamente davanti agli spogliatoi. Non nascondendosi come loro abitudine, ma per la prima volta da quando sono a Roma, mettendoci la faccia. Un esordio bagnato dal tributo di tutto lo stadio al momento del suo ingresso in campo con uno striscione: «Tu che quella maglia l’hai sempre onorata, insegna a questa squadra come deve essere sudata».

Perché dentro a tutto questo, molto forte è stata invece la contestazione ai calciatori. Senza eccessi, con un dissenso pacato ma fortissimo. Il disinteresse. Iniziato fuoridall’Olimpico fin dal loro arrivo in pullman e proseguito durante tutto il riscaldamento in un clima surreale. Da una parte la sobrietà imposta dalla società nella liturgia solitamente festosa del pre partita. Dall’altra il silenzio assordante di tutto l’Olimpico. Rotto solamente dai fischi per tutti i calciatori.

Per primi sono entrati i portieri, poi è stata la volta della squadra. Una corsa (velocissima) sotto la Curva Sud senza che nessun calciatore guardasse verso i tifosi. Testa bassa e facce serie. Le formazioni se possibile sono state ancora più esplicative. A sottolineare, secondo i tifosi, i principali colpevoli dell’andamento negativo della squadra e dell’esonero di José Mourinho. Spinazzola e il capitano Pellegrini quelli maggiormente presi di mira. Applausi solo per Bove, Dybala e Lukaku. “Non abbiamo mai preteso trofei e allori, ma solo rispetto di quella maglia e dei suoi valori. Onorate la Roma e lottate per la sua gente”, il commento della Curva Sud.

Il resto è stato silenzio. Come se a nessuno davvero importasse della partita. Sessantamila persone combattute nelle emozioni e chiaramente distaccate dai protagonisti. In un clima glaciale rotto ben presto dai gol. Il gong finale a tutto quello che non fosse calcio giocato. Da lì in poi è stata tutta discesa. Almeno per De Rossi. Non per un Olimpico ancora scosso dal terremoto giallorosso dell’ultima settimana.



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