Eusebio Di Francesco

(Gazzetta dello Sport – C. Zucchelli) Poco più di due mesi, 71 giorni, una vita fa. Non era neppure autunno quando la Roma di Di Francesco, battuta all’esordio casalingo dall’Inter, si ripresentava all’Olimpico contro l’Atletico Madrid che, in conferenza stampa, aveva mandato Godin a dire: «Noi partiamo per arrivare in fondo a questa competizione e provare a vincerla». La vittoria di Bergamo e il k.o contro l’ex Spalletti non avevano regalato certezze a Di Francesco e ai giocatori. Se a questo si aggiunge un cammino europeo, negli anni precedenti, a dir poco complicato, ecco spiegato l’atteggiamento referenziale con cui la Roma è scesa in campo. È stata, almeno come atteggiamento, la peggior partita della squadra di Di Francesco, che è riuscita a non perdere solo grazie a uno straordinario Alisson. Uno 0-0 che sembrava l’inizio di un camminodifficile, invece era semplicemente la prima tappa della nuova Roma. Perché quella partita, giocata male ma non persa, è stato il primo mattone nel rapporto tra il tecnico e i suoi giocatori.

NIENTE FIGURACCE – Di Francesco, anche snaturando un po’ le sue convinzioni, quella sera ha scelto di non esporsi troppo, di pensare prima di tutto a non perdere e si è conquistato al fiducia del gruppo, negli anni provato dalle figuracce europee. Da quel momento, dall’Atletico all’Atletico, s’è fatta e rifatta la Roma. In campionato ben 9 vittorie in 10 partite, in Champions altre due vittorie e un pareggio, pochi giorni fa l’apoteosi nel derby ha sancito la maturazione della squadra.

LE TAPPE – In campionato, dopo il pari di settembre contro Simeone, la Roma ha sempre vinto, eccezion fatta per il k.o. col Napoli. Ventuno le reti realizzate, appena 5 quelle incassate (4 ininfluenti). Il cammino è stato sempre spedito, se si esclude il primo tempo contro la squadra di Sarri, giocato quasi con lo stesso timore della sfida contro Simeone. Nell’intervallo, però, Di Francesco ha preso in mano la situazione, la Roma ha tirato fuori testa, schem i e attributi, il pari non è arrivato, ma dal primo ottobre la squadra non ha più perso.

L’EUROPA – In campionato come in Coppa. Archiviato l’Atletico, la Roma ha vinto a Baku col Qarabag soffrendo, poi due straordinarie partite col Chelsea, che hanno portato 4 punti e la testa del girone. Domani, con un solo punto, si può chiudere il cerchio e archiviare, fino a febbraio, la pratica Champions. Settantuno giorni e 13 partite dopo la Roma va a Madrid a testa alta e con tutt’altro spirito rispetto alla gara d’andata. Già questa, visto il percorso fuori dall’Italia degli ultimi anni, può essere considerata una vittoria.



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