Mile Svilar

AS ROMA NEWS FEYENOORD EUROPA LEAGUE – Ci saranno le corazzate come la capolista di Premier e quella di Bundesliga, oggi nel sorteggio degli ottavi, ma Liverpool e Bayer Leverkusen, oppure il West Ham detentore della Conference e il Brighton creativo di Roberto De Zerbi, per elencare le maggiori difficoltà, non dovranno sottovalutare la Roma che entra nell’urna con l’entusiasmo del nuovo corso e la capacità di soffrire ereditata dal passato, scrive La Gazzetta dello Sport.

Questo è il quinto pieno (più un pari e una sconfitta) nella gestione De Rossi, anche se arriva ai rigori. Ma cosa importa il modo, al pubblico impazzito dell’Olimpico. La Roma trova un sistema drammatico ed emozionante per restare dentro al torneo, senza anticipare le settimane vuote. Ai rigori l’eroe è Svilar, che respinge due tiri, e fra i più freddi c’è anche Zalewski, che infila l’ultimo senza attendere poi la battuta degli olandesi.

Era iniziata male, ma finisce benissimo, dunque. Se De Rossi pensava a un accerchiamento graduale e ragionato, in virtù dell’1-1 dell’andata, non ne ha nemmeno il tempo perché dopo 5 minuti deve già rimontare. La rete di spalla è di Gimenez, colpito da un rinvio di El Shaarawy, ma l’errore è a monte, sul fianco destro lasciato aperto da Karsdorp per una scorribanda di Hartman, lo stesso uomo assist dell’andata.

Da questo momento riflessioni e buonsenso vengono buttati nel Tevere, la Roma si straccia in avanti per trovare subito il pari ma rischia anche il raddoppio. La contabilità di 20 minuti sfrenati, senza alcuna prevenzione, parla di sette palle gol (quattro giallorosse), della rete magnifica per l’1-1 di Pellegrini e di miracolosi salvataggi di Hancko su Lukaku (a porta vuota) e Svilar su Wieffer.

De Rossi va sul sicuro senza esperimenti, imita dunque il secondo tempo di Frosinone: 4-3-3 con il rientrante Dybala tra destra e centro, Pellegrini, il migliore, viaggia tra interno sinistro e trequarti, con El Shaarawy più largo ma a tutta fascia, basti ricordare le sue intrusioni sulle due reti. Come detto, sfortunato nel contrasto nella sua area, che favorisce lo 0-1, ma dominante sul fronte opposto quando si mangia Geetruida e serve a Pellegrini l’invito che il capitano trasforma in un arcobaleno sotto l’altro incrocio.

Il lato destro è il più debole del Feyenoord e i giallorossi insistono da quella parte, ma lo è anche per loro, sia in fase difensiva sia in quella opposta, perché Dybala nel primo tempo non ha l’ispirazione della coppia Pellegrini-El Shaarawy. La Roma ha esterni difensivi alti in possesso, con costruzione a tre sostenuta dall’arretramento di Paredes o Cristante, per equilibrare. Servono per le loro idee, con le scelte all’interno della partita per capire il momento, gestire o inserirsi. Cristante è il più deciso nelle incursioni nell’altra area e va vicino al gol.

Il Feyenoord, già battuto nelle ultime tre visite all’Olimpico (Lazio compresa), si veste del solito 4-2-3-1 ma con abiti diversi perché Slot recupera dall’inizio tre pedine fondamentali, una per settore. Geertruida si risistema basso a destra, e patisce tanto; Timber in mezzo è sempre continuo; Gimenez centravanti almeno una volta fa il suo lavoro. Colpisce da falco per il suo gol numero 22 in questa annata, ma poi dopo un gran lancio per Wieffer, sparisce dalla partita, fino al cambio. Sulla destra in avanti corre invece Nieuwkoop, che la settimana scorsa era difensore: dà sempre fastidio e fa anche ammonire Spinazzola e Paredes.

Dybala dà qualche segnale positivo a inizio ripresa con un tiro al volo che manca il bersaglio perché deviato, oppure prende anche dei falli che non portano però a punizioni pericolose. La partita è più tranquilla dopo un’ora e il Feyenoord si mette in posizione più di attesa, sembra avere più birra e tenerla per il finale. Un contatto fra Stengs ed El Shaarawy fa gridare al rigore, il colpo rude c’è, ma né arbitro né Var se ne accorgono.

La paura del passo falso che potrebbe compromettere tutto si sente. La crescita di Dybala, che uscirà stremato nel supplementare, però coincide con il calo di Pellegrini, le cui noie fisiche si fanno sentire tanto che dopo aver parlato con De Rossi, esce per far spazio a Aouar, che non sbaglierà dal dischetto. Ma l’assenza del capitano pesa tanto, la creatività va al minimo. Quando la Roma riesce a verticalizzare su El Shaarawy, il portiere è svelto nell’uscita e nell’anticipo. L’occasione buona per evitare i supplementari capita a Lukaku, all’89’, ma il belga non cambia la sua serata grigia (peggiorata dal rigore fallito) aggrovigliandosi. Tanto meno al 121’, quando è bravo invece il portiere a impedirgli la sentenza. Che arriva ai rigori e fa felice la Roma.



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