AS ROMA NEWS FEYENOORD DE ROSSI – La risata di Daniele De Rossi è vita vera. È lo stupore del contrasto: «È San Valentino, è il compleanno di mia figlia Olivia. Lo scorso anno di questi tempi organizzavo una festicciola con tanti bambini, perché ero stato appena esonerato dalla Spal, adesso invece sono in Olanda come allenatore della Roma. E voglio godermi questo debutto europeo». A Rotterdam, contro il Feyenoord che sogna una sua prima volta battendo proprio la Roma, De Rossi deve dare un saggio della sua maturità nella nuova veste, scrive il Corriere dello Sport.
Non importa se indosserà la tuta, come ieri al De Kuip in conferenza stampa, o la giacca sportiva con le sneakers, look proposto nelle prime partite in panchina. Conta solo una cosa: «Il risultato». De Rossi non ha alcun problema ad ammettere di essere concentrato sull’obiettivo: «Mi fa sorridere il presunto dibattito tra allenatori giochisti e risultatisti. A prescindere dalla filosofia, un allenatore vuole sempre vincere. Siamo giudicati per quello. Non siamo all’8 luglio, quando affrontiamo una rappresentativa di boscaioli che serve come test. Siamo in Europa League e giochiamo contro una squadra forte che ci ha dato del filo da torcere in passato».
È un esordio carico di tensione positiva: «Sono emozionato, anzi elettrizzato. Sta succedendo tutto molto in fretta, in un certo senso ancora non mi rendo conto di come sia cambiato il mio ruolo. Voglio godermi appieno ogni minuto». Stavolta troverà un’atmosfera ostile, come ricorda da giocatore: «Sicuramente qui i tifosi sono molto caldi e per noi è un vero peccato non avere il supporto dei romanisti. Ma poi esistono le righe che delimitano il campo: dentro ci vanno i calciatori e le idee, non il pubblico».
De Rossi è consapevole che il percorso di risalita non sia semplice, per lui e per la Roma: «Non so quanto sia cambiata la squadra rispetto alla gestione Mourinho, che io ho seguito da tifoso. Spero però che in Europa i risultati non siano tanto distanti, visto che con Mourinho la Roma ha raggiunto due volte la finale… In ogni caso io con questa maglia ho giocato tante partite importanti, a cominciare dall’impresa contro il Barcellona, e voglio che il club torni presto in quella dimensione, almeno tra le prime sedici squadre della Champions». L’ottimismo fa parte del suo talento: «Sarà sempre difficile il mio mestiere ma devo dire che in questa società ho trovato una grande organizzazione. Non manca nulla per crescere».
Intanto stanno tornando a disposizione tutti i giocatori, compreso il campione d’Africa: «N’Dicka sarà a Roma venerdì, così potremo avere una rosa davvero completa. Manca solo Abraham ormai, ma non dovremo aspettare così tanto neppure per lui». Già contro il Feyenoord, con una panchina lunga, finalmente sfrutterà le alternative: «Farò qualche cambio ma non solo per una gestione fisica. Il fatto è che io ho davvero fiducia in tutti i giocatori. E poi non posso mica stravolgere la formazione per dieci undcesimi domenica a Frosinone».
Dal capitano, che ancora divide la tifoseria, all’ultimo dei giovani, sente che il gruppo lo sta seguendo: «Tutti si stanno impegnando per venirmi dietro. Quanto a Pellegrini, non potrei essere più contento. Con lui ci siamo capiti al volo da subito. È un esempio in ogni allenamento per i compagni e continua a migliorare. In campo e fuori è una guida insostituibile».
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