AS ROMA NEWS DE ROSSI – Non vedeva l’ora di cominciare il suo primo ritiro, da quest’altra parte della barricata. Del resto, una guida era prima e guida è ancora oggi, vestendo nuovi panni, con maggiori responsabilità, scrive Il Messaggero.
Due settimane a Trigoria, tanto lavoro, molti silenzi (la Roma è l’unico club che non ha parlato, non si sono ufficialmente esposti dirigenti e il tecnico stesso) un solo acquisto, Enzo Le Fée (più Buba Sangaré, destinato a crescere nella Primavera e lo svincolato Mathew Ryan).
Daniele sperava di avere a disposizione qualche calciatore in più, questo è palese. Ne ha pochi, invece, per poter impostare una squadra che dovrà giocare a memoria, che dovrà pensare di avere un calcio accattivante e possibilmente vincente (almeno per tornare in Champions).
Daniele aspetta e spera, vuole che il suo gruppo cresca in fretta, perché l’addestramento aiuta e il doppio ritiro (a Trigoria dallo scorso 8 luglio, più in Inghilterra dal 4 al 10 agosto) poteva essere l’occasione per amalgamare i calciatori e una Roma che sta rinascendo, che deve assumere una forma diversa dalla passata stagione.
Chiamiamola rivoluzione, perché di questo si tratta. Ma Daniele, tutti i giorni, invece si ritrova a gestire una squadra di ragazzi, di ottima prospettiva da pur sempre di ragazzi e magari non tutti faranno parte della Roma 2024-2025. Tanti sono i giovani della Primavera in campo, per un lavoro quasi da istruttore, come amava definirsi il papà Alberto, che ha guidato per anni la prima squadra del settore giovanile e ora ne è responsabile.
La sua Roma del prossimo futuro di giovani ne avrà e magari qualcuno farà il grande salto, ma per ora manca il grosso, mancano quei calciatori di gamba e con fame che Daniele stesso aveva chiesto. Ne aveva e ne avrà bisogno specie se la stagione che sta per cominciare richiederà impegni e obiettivi di un certo peso: arriveranno, questo sì, ma il rischio che il lavoro possa complicarsi c’è. De Rossi è un po’ in apprensione, sperava di cominciare con più gente nuova, magari non dalla prima.
In squadra, giovani a parte, ci sono anche calciatori in bilico, come Smalling e Abraham (più Bove), gente presumibilmente di passaggio come Solbakken. Oggi c’è un’amichevole, a Kosice, ore 19,30 (diretta Dazn), e vedremo ancora una formazione sperimentale, non ci sarà nemmeno Dybala (presente invece contro il Latina) novello sposo di rientro dall’Argentina. Dopo la giornata di riposo di domani, mercoledì a Trigoria rivedremo qualche volto conosciuto, ovvero tutti quei giallorossi impegnati lo scorso giugno all’Europeo in Germania. E forse qualcosa di più significativo, De Rossi potrà riuscire a mettere in piedi.
Nonostante quella minima – e ovvia – impazienza, in queste due settimane trigoriane, De Rossi ha lavorato come se in campo ci fossero tutti i titolari, le indicazioni rimbalzate via social hanno mostrato un tecnico sempre sul pezzo, mai demoralizzato o demotivato: ha lavorato sulle costruzioni dal basso, sullo scorrimento del pallone, sui due tocchi e ieri anche un consiglio sparso ai suoi «si perde palla? fare fallo; si sbaglia un passaggio? fare fallo». Idee e principi tutti suoi, che dovranno diventare della Roma.
Far notare come la squadra sia incompleta è lapalissiano, ci sarà modo per affondare i colpi, il ds Ghisolfi vuole arrivare a sei o sette calciatori nuovi e prima o poi – inevitabilmente – li vedremo. Il francese stesso sostiene che sia meglio non avere fretta, rischiando di sbagliare. Ma ora si spera che quel “primo o poi” non sia troppo a ridosso del campionato, che come noto, comincerà il 17-18 agosto, tra meno di un mese.
Aver trascorso quasi venti giorni senza il centravanti titolare, i terzini (almeno uno), l’esterno alto, significa non aver potuto preparare la squadra e i suoi meccanismi. Cosa che molte avversarie della Roma sono riuscite a fare, dal Milan al Napoli o alla Juve per non parlare poi dell’Inter, che forse correrà per un campionato a parte.
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