AS ROMA NEWS DE ROSSI – Solitamente Daniele De Rossi parla soltanto ai canali della Roma dopo le partite infrasettimanali. In questo caso invece ha convocato la conferenza stampa, perché aveva qualcosa da comunicare. Non tanto sullo scontro diretto con la Juventus, che comunque è fondamentale per l’obiettivo Champions, ma sul quadro generale e sulle prospettive future della squadra, scrive il Corriere dello Sport.
Senza negarsi lo sfizio di tirare una stoccata a quella parte della critica che ha giudicato severamente la sconfitta di giovedì scorso contro il Bayer Leverkusen: «C’era chi da tre mesi aspettava di poter scrivere che un altro allenatore mi ha surclassato. E c’è chi, senza offesa, non ha abbastanza strumenti per giudicare. Anche a me può piacere o non piacere un film ma mia moglie (l’attrice Sarah Felberbaum, ndr) può farmi notare dei dettagli sulla fotografia che io non saprei cogliere…».
Insomma, De Rossi non vede tutto così nero anche dopo uno 0-2: «Nel calcio può succedere di tutto. Nel primo round gli episodi non hanno girato a nostro favore ma al ritorno possiamo sperare di ribaltare il risultato. Pensate se riuscissimo a segnare un gol nella prima mezz’ora, per esempio. Sarà un’impresa tosta ma ci proveremo. Non possiamo permetterci di rinunciare a un sogno, anche per i nostri tifosi che ci seguono sempre e anche contro la Juventus ci sosterranno».
Ha rivisto la partita e ripete: «Nella prima mezz’ora ha giocato meglio la Roma del Leverkusen. Poi il gol ci ha dato una mazzata e loro, che non perdono da 47 partite, sono stati bravi a gestire. Ma ho sentito parlare di mie lezioni a De Zerbi, mi hanno trattato da scienziato dopo il Milan solo perché avevo spostato El Shaarawy a destra… Ora succede il contrario, sono io quello che deve prendere lezioni. Purtroppo il vento del risultato spinge le valutazioni».
Ora dovrà cambiare qualche calciatore, per questioni fisiche e atletiche, ma non rinuncia alla classe del grande ex: «Io Dybala lo faccio giocare finché sta in piedi. E’ uno che in un centimetro quadrato può creare un gol, o comunque la superiorità numerica necessaria per arrivare in porta. Magari insisto un po’ troppo con certi campioni. Alla fine della stagione vedremo se ho fatto bene o male».
Il problema è che, con un turnover esasperato, ha visto abbassare di molto il livello: a Frosinone ha vinto dopo aver rischiato di incassare almeno due gol, a Lecce ha pareggiato quasi per caso, a Udine ha regalato un tempo all’avversario. Figurarsi se può rinunciare allo scheletro della squadra contro la Juventus. Al Leverkusen insomma penserà da domani: «Non potrò schierare gli stessi undici, ovviamente, ma voglio affrontare al massimo tutte le partite che restano».
Gli squilibri della rosa sono l’occasione per ragionare sulla strategia del mercato estivo: «Ne ho appena parlato ai presidenti. Io sono grato alla rosa che mi ha portato a giocare certe partite. Ci sono grandi potenzialità. Però come ogni allenatore avrei bisogno di giocatori che si adattino al mio stile di calcio. Penso a gente che salta l’uomo e vada in velocità nell’uno contro uno, anche in fase difensiva, come per esempio da noi fa il giovanissimo Joao Costa che è inesperto ma dotato di certe qualità. In questo senso il Bayer Leverkusen può essere un modello, ha lavorato nella direzione giusta».
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