AS ROMA NEWS INTER DE ROSSI – «Ci sono stati anni in cui Roma-Inter faceva parte di una lotta a due per scudetto e Coppa Italia. Era una sfida bella sentita e calda ma tra noi giocatori in campo c’è sempre stato rispetto. Credo che anche questa sarà una sfida altrettanto bella e il nostro obiettivo è tornare presto a giocarle punto a punto, non venti punti sotto».
Dove finisce il calciatore Daniele De Rossi incomincia l’allenatore Daniele De Rossi. Dritto al punto. Una strada senza curve. Di sfide dirette, in campo, ne ha più perse che vinte, scrive il Corriere della Sera. Però ogni anno Mourinho lo metteva in cima alla lista degli acquisti dell’Inter.
Quello stesso Mourinho da cui ha «ereditato» la panchina della Roma, in modo traumatico, e che, giustamente, De Rossi non vuole usare come misura di confronto tra due avventure diverse: «La Roma ha faticato con le big e vinto soltanto con il Napoli? La casualità non esiste nel calcio, però non posso e non voglio commentare qualcosa di quando non ero allenatore. Ho visto quelle partite da fuori, da tifoso, da osservatore. In campo parlano i livelli: l’Inter è tanto forte, il Milan secondo me è tanto forte, la Juventus sta tornando tanto forte. Alla Roma sto cercando di far partire un percorso che dia la consapevolezza che siamo tornati la squadra che queste partite qui le vince. Parliamo di giocatori che hanno giocato con il Manchester United, che hanno vinto la Coppa America al Maracanà contro il Brasile, che hanno conquistato un Europeo in casa dell’Inghilterra…».
È stata questa, finora, ancora più del cambio di modulo, la grande differenza tra le gestione di De Rossi e quella di Mourinho. Quanto il portoghese si lamentava della rosa a disposizione quanto De Rossi cerca di rimettere nella testa dei suoi calciatori un atteggiamento positivo.
Con Pellegrini, ad esempio, ci è già riuscito: «Affronteremo l’Inter con rispetto ma un po’ di spavalderia serve sempre. Non siamo gli ultimi arrivati, siamo la Roma, in casa nostra e con 65mila spettatori. Se esageri con il rispetto, diventa paura. E la paura fa perdere le partite. Dobbiamo essere intelligenti tatticamente, strategicamente e come approccio alla partita. Ci saranno momenti in cui l’Inter ci potrà schiacciare e dovremo soffrire, da persone mature, per 10-15 minuti. Farli diventare 30-50 minuti sarebbe invece regalargli la vittoria. Possiamo vincere, il Sassuolo ha battuto l’Inter. Nel lungo periodo hanno dimostrato che non siamo capaci di tenere il loro passo ma nella partita singola sono convinto che possiamo vincere».
La sfida è difficile, per questo piace a De Rossi: «Io predestinato? L’ho letto anche due anni fa e poi, dopo l’esonero alla Spal, nessuno lo pensava più. Un po’ per caso, mi sono trovato nel posto dove vorrei fare l’allenatore per tutta la vita. Il fatto che io sia qui può essere una casualità ma anche un segnale importante. Mi godo questa avventura giorno per giorno».
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