Eusebio Di Francesco

CALCIOMERCATO ROMA DI FRANCESCO – Eusebio Di Francesco dice “stasera sono arrabbiato”. Lo ripete quasi sempre dopo molte, troppe partite senza anima della sua Roma. L’Eusebio Furioso è ormai un campionario di slogan che toccano più o meno sempre gli stessi capitoli: il gioco, gli episodi, i giovani, gli infortunati, l’arrabbiatura. Di ripetuto c’è soprattutto oggi un piccolo interessante particolare: il cazzotto che l’Eusebio Furioso ha sferrato al plexiglass della panchina e il cui rumore si è sentito fino in tribuna, che richiama lo stesso gesto fatto durante Roma-Atalanta 3-3 del 27 agosto, e in cui si fratturò addirittura la mano.

Vuol dire che in tre mesi esatti – 27 agosto, 27 novembre – poco o nulla è cambiato e che i problemi che c’erano allora ci sono oggi, e anzi più la stagione va avanti e più diventa complicato recuperare. Ne sanno qualcosa i poveri metacarpi dell’allenatore, basterebbe chiederne conferma alla povera panchina che ha visto molte cose e dunque sa.

L’Eusebio Furioso che ha preso il posto del Tenero Eusebio dello scorso anno, è dunque un allenatore in bilico. Se lo sia per colpe sue o di altri è argomento superfluo e del tutto accademico. Da che calcio e calcio gli allenatori pagano ingiustamente per tutti, anche per quei dirigenti che ti costruiscono squadre di educati ventenni – pensando di ricavarne un giorno, ben cresciuti e pasciuti dallo stesso allenatore, manciate di milioni – cui tocca poi prendere d’assalto il Real Madrid di feroci veterani d’Europa.

E infatti dopo aver esibito gioco, dribbling e clamorosi tiri alle stelle in mezzora di spettacolare e divertente Playstation ma anche fatto tutto sommato il solletico a gente come Ramos e Varane, Marcelo e Modric, Bale e Benzema, i giovanotti si sono spaventati e sono letteralmente spariti dal campo sperando che il Real non infierisse.

La partita con l’Inter di domenica sera rischia dunque di diventare decisiva per il povero e bistrattato Di Francesco, che ufficialmente si tiene in equilibrio sulla fiducia di Pallotta & (diciamo soprattutto il ds Monchi, meglio…), ma che sa benissimo che il destino è tutto nelle sue mani. E soprattutto nella testa di Luciano Spalletti e nei piedi del Ninja Nainggolan che rischiano di trasformare la partita di domenica sera con l’Inter, questa sì, in un vero sabba di emozioni, risentimenti, veleni, tensioni.

(La Repubblica – F. Bocca)



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