NOTIZIE AS ROMA DERBY – Il termine più usato in questi ultimi giorni è facile: rinascita. Le vittorie contro Frosinone e Lazio, infatti, hanno certificato che la Roma sembra tornata all’altezza delle aspettative, ma l’impressione è che per scacciare del tutto la delusione di Pallotta occorrerà riprendere a vincere anche in Champions.
DA KOLAROV A DZEKO, I SENATORI CI CREDONO – Si sussurrava che a Trigoria tre leader come Dzeko, Kolarov e Fazio avessero delle perplessità sulle idee di Di Francesco e che non avrebbero più giocato alla morte per lui. Tutto falso. Il serbo, addirittura, è sceso in campo nel derby con un dito del piede sinistro rotto ed è stato protagonista, andando poi a far pace con quei tifosi della Tevere che col Chievo l’avevano contestato e a cui aveva rivolto un gestaccio. L’allenatore è convinto che il Viktoria Plzen potrebbe essere l’amuleto da strofinare per far terminare l’incantesimo negativo di cui è vittima Dzeko, visto che due anni fa in casa ai cechi ha segnato addirittura una tripletta.
LA SCONFITTA DEI PREGIUDIZI: LA PARABOLA SANTON – Le prestazioni contro Frosinone e Lazio raccontano che nelle gerarchie Davide Santon ha già scavalcato il potenziale d’inizio stagione (Karsdorp) e ora si candida per essere anche qualcosa di più dell’alternativa a Florenzi. Morale: con l’Europa alle porte, meglio non sottovalutare l’unico della rosa che ha vinto una Champions (con l’Inter nel 2010).
PELLEGRINI, DDR E FLORENZI: ANIMA CAPITALE PER RISORGERE – I romani, però, hanno avuto un ruolo importante nelle resurrezione della squadra, non solo perché Pellegrini ha segnato, e De Rossi e Florenzi hanno fatto i capitani da par loro. Sfruttando il vento che soffia nelle vele Totti, i figli della Capitale proprio nel derby hanno trovato un ruolo centrale, e pazienza che l’infiammazione al ginocchio toglierà di scena De Rossi fino a dopo la sosta (così come Pastore e Perotti).
(Gazzetta dello Sport)
FOTO: Credits by Shutterstock.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA