Lorenzo Pellegrini

AS ROMA NEWS SAMPDORIA PELLEGRINI – Come si dice corto muso in portoghese? Non si arrabbi José Mourinho, non siamo tra coloro che sviliscono il valore di una vittoria solo perché si poteva giocare meglio (e questo è sicuro) o perché si sarebbe dovuto chiudere la partita (e anche l’allenatore sarà d’accordo). In una stagione complicata e compressa come questa, il risultato conta ben più del modo in cui viene ottenuto: per il bel calcio ci sarà tempo, forse, ma adesso le priorità sono altre.

Come riferisce La Gazzetta dello Sport, il successo della Roma a Marassi contro una Sampdoria impresentabile è importante per la classifica e anche perché è un’altra tacca sul cinturone di una squadra che sta crescendo in fiducia e convinzione infilando una vittoria dietro l’altra. La Roma adesso è quarta e domenica ospita il Napoli con l’ambizione di giocarsi la grande sfida con le sue armi: la solidità, la compattezza, la capacità di individuare il momento in cui colpire e, nel caso, di farselo bastare.

Certo, il Napoli non è la Sampdoria, ma farà bene a non sottovalutare lo spirito con il quale i giallorossi stanno costruendo la loro stagione. In campionato la Roma ha vinto sette partite, sei delle quali di misura. Eccolo, il corto muso. Ma non è una questione solo filosofica. Si sa che Mourinho preferisce la concretezza allo spettacolo. Ma in questo momento sarebbe folle cambiare copione: la difesa della Roma, guidata da uno straordinario Smalling, concede pochissimo, mentre in avanti l’assenza di Dybala è un problema difficilmente risolvibile che si somma al periodo poco felice di Abraham e alla discontinuità di Zaniolo.

Insomma, la Roma ha l’enorme pregio di fare ciò che serve per ottenere le vittorie. Non è affatto un particolare secondario e il quarto posto in classifica dopo dieci giornate rappresenta un’indicazione chiara: i giallorossi sono pienamente iscritti alla corsa per la Champions.

Ieri, va detto, la Roma ha fatto il minimo sindacale per vincere: contro un avversario meno allo sbando non sarebbe bastato. E questo è un monito per il futuro su cui Mourinho avrà modo di riflettere. La Sampdoria si è quasi fatta gol da sola (ingenuità di Ferrari che si oppone con il braccio largo a un cross di Abraham: rigore trasformato da Pellegrini) e dal 9’ del primo tempo i giallorossi si sono limitati a gestire la situazione, consapevoli che sarebbe bastata l’ordinaria amministrazione per impedire ai blucerchiati di avvicinarsi a Rui Patricio.

Però è sempre rischioso tenere aperto un risultato e così nella ripresa la Roma ha provato a chiudere la gara sprecando con Belotti e Zaniolo un paio di situazioni invitanti. Mourinho ha riproposto il 3-5-2 visto a Siviglia. Ancora il doppio centravanti, quindi: Belotti e Abraham si sono divisi gli spazi, ma sono ancora alla ricerca di un’intesa apprezzabile. Zaniolo è entrato nella ripresa al posto dell’inglese, ha mostrato un paio di buone accelerazioni, ma ha sprecato la palla del raddoppio. Di Zaniolo la Roma avrà molto bisogno in attesa di Dybala: Mou dovrà lavorare sulla testa di Nicolò, anche ieri ammonito per proteste. Comunque, pur non riuscendo a segnare la seconda rete, la Roma non ha corso alcun pericolo sia per la solidità dei suoi difensori sia per l’inconsistenza degli avversari.



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