Procura Figc

AS ROMA NEWS DIPENDENTE TRIGORIA PROCURA FEDERALE – Giuseppe Chiné ha iniziato a lavorarci già da ieri, con le prime audizioni e l’acquisizione degli atti. Ma il percorso sarà lungo, probabilmente andrà avanti per quasi tutta la prossima settimana, anche perché le persone da ascoltare sono tante, scrive La Gazzetta dello Sport.

Sta di fatto che ieri la Procura Federale della Figc ha aperto un’indagine relativa al video a sfondo sessuale diffuso da un giocatore straniero della Primavera della Roma dopo averlo sottratto dal telefono di una dipendente di circa 30 anni poi licenziata insieme al suo fidanzato che lavorava sempre nella Roma. Un video che nei mesi scorsi è finito sui telefonini e le chat di giocatori, staff tecnico e addetti ai lavori di Trigoria.

L’obiettivo del procuratore federale Chiné è verificare se esistano responsabilità di tesserati relative alla diffusione del video. Al giocatore, in particolare, può essere contestato l’articolo 4 del Codice di Giustizia Sportiva sul dovere di tenere una condotta rigorosamente ispirata ai principi di lealtà, correttezza e probità. Al club invece, può venir contestato l’articolo 6 relativo alla responsabilità oggettiva.

Alla Roma assicurano di non aver ricevuto alcun tipo di convocazione, di certo ci sarà un incontro all’inizio della prossima settimana con i vertici del club, ad iniziare proprio dall’attuale Ceo Lina Soulokou, che gestisce da mesi ogni cosa all’interno del centro sportivo Fulvio Bernardini. Ma verranno presumibilmente ascoltati anche altri dirigenti, compreso Gianluca Gombar, responsabile del vivaio.

Ieri, intanto, dopo quasi due giorni di silenzio la Roma ha deciso di prendere posizione, con una nota pubblicata nelle prime ore del pomeriggio sul sito del club. «Con riferimento a quanto apparso su alcuni organi di stampa in relazione ad una vicenda che ha riguardato due dipendenti (un uomo e una donna) e un tesserato del club, ravvisato il tono diffamatorio della campagna scaturita la Roma ritiene che sia in atto un chiaro tentativo di destabilizzare e attaccare la società e il suo gruppo in un momento cruciale della stagione sportiva».

Questo l’incipit, a cui ha fatto seguito poi la motivazione del licenziamento dei due dipendenti. «La società, nel ribadire la correttezza del suo operato, intende evidenziare alcuni fatti di cui è venuta a conoscenza a novembre 2023 e che hanno determinato la decisione aziendale assunta. Il licenziamento è la conseguenza di una circostanza che oltre ad essere contraria al codice etico del club ha determinato l’impossibilità di proseguire il rapporto di lavoro, anche alla luce delle mansioni svolte da entrambi che richiedevano un coordinamento diretto con dei ragazzi minorenni».

E questo è già un primo aspetto che la Roma ha voluto mettere in risalto, il fatto di avere a che fare con dei minori. Poi il seguito: «I fatti sono stati strumentalizzati ad arte per presumere un’inesistente discriminazione sessuale e una disparità di trattamento, quando il provvedimento ha invece riguardato contestualmente – allo stesso giorno e alla stessa ora – anche il ragazzo coinvolto». Infine l’aspetto a cui la Roma tiene di più per la motivazione del licenziamento: «Nel video emerge una trattativa privata riguardante corsie preferenziali lavorative». con la nota che si conclude con la comunicazione della difesa degli interessi del club, per ristabilire la verità oggettiva dei fatti.

Da valutare, poi, se nel provvedimento di licenziamento si parli esplicitamente o meno del video e in che termini. Perché potrebbe esserci anche una questione legata alla privacy. Secondo alcuni legali, infatti, se il Garante dovesse accendere un faro sulla vicenda la Roma potrebbe rischiare una multa che va dal 2 al 4% del fatturato, avendo – nel caso sia successo – fatto una contestazione disciplinare utilizzando un dato personale inutilizzabile. Il fatto di trattare in modo improprio i dati dei dipendenti comporterebbe quindi una sanzione amministrativa molto alta.



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