AS ROMA NEWS ESONERO JURIC – “Grazie a Ivan Juric, adesso una nuova guida tecnica per la Roma”. Si è conclusa con uno scarno comunicato l’avventura dell’allenatore croato sulla panchina giallorossa. Esonerato dai Friedkin al fischio finale della partita (persa) contro il Bologna, scrive La Repubblica.
Una telefonata negli spogliatoi per comunicargli l’addio e poi la nota pubblicata sul sito ufficiale del club. Questa volta i proprietari americani non hanno perso tempo, sintomo di come si stesse soltanto aspettando la sosta per le nazionali per cambiare l’ennesimo allenatore in una stagione maledetta.
Juric ha preso atto, consapevole che quella di ieri pomeriggio fosse l’ultimo ballo con la tuta giallorossa. Nessuna dichiarazione d’addio. Via in macchina direzione Verona insieme alla moglie Irena. Juric se n’è andato come è arrivato. In silenzio, circondato dalla contestazione dei tifosi e abbandonato dai calciatori. Due mesi di lavoro che non hanno portato i risultati sperati dalla proprietà, anzi. La Roma attualmente è 12esima in classifica, lontana anni luce dalle posizioni di testa e reduce da quattro sconfitte nelle ultime cinque partite di campionato. Un andamento molto deludente che non ha fatto altro che aumentare la rabbia dei tifosi, ormai in aperta contestazione nei confronti di calciatori e società.
Da oggi si ripartirà con un nuovo allenatore. Il terzo in due mesi. Dopo De Rossi e Juric toccherà ad un altro, perché il ritorno dell’ex capitan futuro è escluso. I Friedkin proseguono nella loro linea intransigente. «La ricerca di un nuovo responsabile dell’area tecnica è già iniziata e verrà a giorni – scrivono gli americani nel comunicato – Vogliamo ringraziare Ivan Juric per il suo duro lavoro nelle ultime settimane. Ha gestito un ambiente difficile con il massimo della professionalità, e di questo gli siamo grati”. Indietro non si torna. Men che meno si ammette l’errore fatto a settembre scorso con l’allontanamento di De Rossi, che ha dato il via al fortissimo dissenso dei tifosi, definito dai Friedkin “ un ambiente difficile”.
A fine partita davanti ai microfoni si è presentato l’unico dirigente in carica nella Roma, il ds Ghisolfi, che ha provato a fornire una spiegazione sulla strategia del club in vista del futuro: «Il momento è complicato e dobbiamo assumerci le nostre responsabilità. Porgiamo le nostre scuse ai tifosi, che stanno soffrendo molto. Siamo tutti responsabili di questa situazione. I Friedkin continueranno a investire come hanno fatto finora. Ora è il momento di gestire questa crisi».
Il dirigente francese si è poi lasciato scappare una frase eloquente a domanda diretta sull’esonero di De Rossi: «Un errore? La storia dice così». Parole che non avranno fatto piacere ai Friedkin, molto fermi sulla bontà della scelta fatta a settembre scorso di allontanare l’ex allenatore giallorosso. Ora toccherà alla proprietà e ai tanti consiglieri personali dei Friedkin, decidere il nuovo allenatore. «Una scelta condivisa e collettiva» la definisce Ghisolfi, che spera almeno in questa occasione di essere interpellato nella scelta del nuovo tecnico. Visto che solo due mesi fa fu l’ex Ceo Lina Souloukou a scegliere Juric senza interpellare il ds.
Questo è il futuro che inizia già da oggi. Il passato è il Bologna. Da cancellare il più velocemente possibile se la Roma vuole concretamente pensare ad una svolta in questa stagione. Il 3-2 subito dagli uomini di Italiano è forse il punto più basso della stagione. Non tanto nel risultato, quanto nella prestazione. Una non- partita giocata esclusivamente per dovere di cronaca. Con una squadra completamente disconnessa dal proprio allenatore. Formalmente esonerato dalla notte di Bruxelles e ormai abbandonato a sé stesso. Le due polaroid della partita: gli sguardi persi nel vuoto dei calciatori e le quasi lacrime di Juric al terzo gol del Bologna. Il resto èstato solo una conseguenza di una crisi senza fine.
Gli unici a salvarsi Pisilli e Koné, usciti tra gli applausi dei tifosi. Nervosissimi Mancini e Cristante, tra i peggiori in campo e sotterrati dai fischi dell’Olimpico. La Roma non sembra esserci più. Il lavoro del nuovo allenatore dovrà essere profondo e drastico. Ma soprattutto immediato. Perché dopo la sosta si riparte con un calendario difficilissimo: contro il Napoli al Maradona, poi trasferta a Londra in casa del Tottenham e l’Atalanta all’Olimpico. Il tutto in una settimana.
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