Quella che sta nascendo è sempre più una Roma ad immagine e somiglianza di Luciano Spalletti. L’arrivo imminente di Thomas Vermaelen – la società ha già trovato l’accordo col calciatore e lo sta cercando col Barcellona – è la conferma di quanto l’allenatore abbia voce in capitolo anche nelle scelte di mercato. L’operazione che porterà nella Capitale il difensore belga, infatti, economicamente è in controtendenza rispetto alla politica degli ultimi anni: tra costo del cartellino (circa 12 milioni compreso il prestito oneroso) e dell’ingaggio (6 lordi per quattro anni), Vermaelen peserà sul bilancio per oltre 35 milioni. Una cifra importante per un calciatore che ha già superato i 30 anni: era questa la maggiore perplessità del presidente James Pallotta, che però ha riposto piena fiducia nel suo allenatore.

Che Spalletti preferisca i calciatori esperti non è certo una novità: in una delle sue prime interviste nella scorsa stagione espresse il suo rammarico per non aver potuto allenare qualche anno fa Maicon e Keita, incrociati al termine della loro carriera. All’arrivo di Vermaelen, Fazio (29) e al ritorno di Szczesny (26), insomma, fanno da contraltare le partenze già ufficializzate di Sanabria e Ponce (passato al Granada in prestito) e quelle probabili di Sadiq (a segno ieri con la nazionale nigeriana nella gara d’esordio delle Olimpiadi) e Ricci (ha convinto il tecnico ma Atalanta e Crotone lo richiedono con insistenza). Gerson, per investimento e talento, è l’eccezione che conferma la regola. Non è un mistero nemmeno che, se dipendesse da lui, Spalletti affiderebbe il centrocampo a Borja Valero, che a gennaio compirà 32 anni, invece che a Paredes, quasi dieci anni più giovane, del quale ha comunque scoperto e apprezzato le qualità. L’argentino resta un pallino di Sabatini, ma davanti ad una offerta superiore ai 20 milioni il d.s. potrebbe cedere, e reinvestire quei soldi per provare a prendere lo spagnolo della Fiorentina. Non subito, probabilmente, ma dopo il preliminare di Champions, quando saranno più chiare anche le disponibilità economiche della società. Prima bisogna superare il Porto – il 17 andata in Portogallo, il 23 ritorno all’Olimpico – uscito ieri dall’urna di Nyon: un avversario non agevole, ma nemmeno impossibile.

(Corriere della Sera – G. Piacentini)



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