AS ROMA NEWS DYBALA – In ritardo. In campo e sul mercato. A 12 giorni dall’inizio del campionato la Roma si riscopre ad inseguire. Non bastano Aouar, Ndicka, Kristensen e il rinnovo del prestito di Llorente quando nella passata stagione sei arrivato 7° sul campo (sesto grazie alla penalizzazione inflitta alla Juventus) e hai perso in ordine Abraham fino a gennaio, Ibañez (ceduto all’Al Ahli) e ti appresti a salutare Matic, scrive Il Messaggero.
Senza contare che se il paragone si estende alle rose iniziali, lo scorso anno ai nastri di partenza la Roma aveva anche Wijnaldum e Zaniolo. All’appello mancano quindi un centravanti (ad oggi c’è il solo Belotti), una mezzala d’inserimento e ora, se il serbo darà seguito ai suoi propositi di trasferirsi al Rennes, un vice-Cristante. Bloccata dai paletti del Ffp, i 30 milioni che arrivano dalla cessione di Ibañez vanno investiti. Tutti e subito, senza perdere tempo.
Il campionato non aspetta. Mourinho – come spiegato nell’intervista rilasciata ieri al Corriere dello Sport – sembra aver perso ogni speranza di poter arrivare a Morata (al quale l’Atletico Madrid in queste ore ha offerto il rinnovo sino al 2027) ma a questo punto chiede il doppio centravanti: l’esperto (Arnautovic o Zapata) più il giovane (Marcos Leonardo), rimarcando come «se anche arrivasse Mbappé», si è ormai fuori tempo massimo.
In mediana, oltre a Renato Sanches, potrebbe così servire di tornare a bussare alla porta del Psg dove c’è Paredes in uscita. Al di là dei nomi, la Roma sembra comunque prigioniera delle solite incertezze e fragilità. Le prime sono legate al futuro di José che tra una riflessione sul presente («Per qualche giorno ho pensato, basta lanciare bambini, perché dovrei farlo se il prossimo anno non sarò più qui?»), sul mondo arbitrale italiano («Qui non mi sento più a mio agio») e le proprie ambizioni personali («Io sono più bravo che mai»), ha lasciato intendere come questo sarà molto probabilmente il suo ultimo anno nella Capitale.
Le seconde, invece, riguardano Dybala. Paulo è l’unico fuoriclasse in rosa capace di accendere la manovra negli ultimi 20 metri. Le fortune della squadra dipendono da lui. Tolosa ha però confermato che la Joya andrà dosata, centellinata nell’impiego per non rischiare di perderla come accaduto nella passata stagione (alla fine out per 76 giorni e 18 gare complessive). La trasformazione tattica messa in cantiere dallo Special – un mediano in meno e una mezzala in più – per aumentare il peso offensivo di una squadra che lo scorso anno ha chiuso con il nono attacco del torneo (50 reti), ha bisogno di tempo per oliare i meccanismi.
Aspettando il centravanti di manovra, fondamentali nel 3-5-2 – oltre a Dybala – saranno i due intermedi, Pellegrini e Aouar, più i laterali. Kristensen per ora sembra la copia di Karsdorp, con pregi e difetti; a sinistra ci si attende qualcosa in più da Zalewski e Spinazzola. Ma è in mezzo che serve la svolta. Lorenzo e l’algerino debbono regalare maggiore verticalità rispetto al passato, gol e imprevedibilità ad una manovra spesso e volentieri compassata.
Rinunciare però a un mediano a favore della qualità, comporta anche esporre maggiormente la difesa. Non è un caso che nelle prime uscite stagionali la Roma abbia quasi sempre subito (1 gol col Braga, 2 con Farense e Tolosa, unico cleen-sheet contro l’Estrela Amadora) palesando le ormai sempre più frequenti incertezze di Rui Patricio e un ritardo di condizione e nei meccanismi difensivi di Ndicka. Il cui valore non è in dubbio ma al quale va dato del tempo, arrivando da un calcio (quello dell’Eintracht Francoforte, molto propositivo, sempre con il pallone tra i piedi) diverso da quello romanista. Il problema è che il tempo stringe. Fra 12 giorni si parte.
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