Rassegna stampa
Roma, Dybala in campo è tutta un’altra musica (anche se non fa gol)
AS ROMA NEWS DYBALA – Che Paulo Dybala sia un giocatore diverso da tutti gli altri, José Mourinho non si stanca mai di ripeterlo. Fin dallo scorso anno il tecnico ha coccolato l’argentino, lo ha gestito nel recupero degli infortuni e gli ha riservato quel trattamento che i grandi allenatori dedicano ai campioni, scrive il Corriere della Sera.
Il motivo è facile da intuire: con Dybala in campo è un’altra Roma. Sia dal punto di vista dell’espressione del gioco, della fluidità della manovra e della potenzialità offensiva, sia da quello dei risultati. Con Paulo in campo, insomma, è più facile vincere, anche quando (spesso) è chiamato a giocare in condizioni fisiche precarie.
È successo lo stesso domenica all’Olimpico contro il Lecce: al rientro dall’ennesimo stop per problemi fisici, la «Joya» non solo è rimasto in campo per tutta la gara, ma è risultato decisivo: prima dando il via all’azione che ha portato al gol del pareggio di Azmoun, poi servendo l’assist per il gol vittoria di Lukaku (per non parlare del rigore procurato dopo un minuto e sbagliato da Big Rom). Un mezzo miracolo, considerando che in campionato non giocava dall’ 8 ottobre, quando a Cagliari fu sostituito a pochi minuti dalla fine del primo tempo per la botta al ginocchio sinistro.
La stessa scena si stava ripetendo col Lecce, quando è stato toccato duro sulla caviglia e Mou ha mandato a scaldarsi Azmoun: i 65 mila dell’Olimpico (e tutti quelli che seguivano il match in tv) si aspettavano il cambio al ritorno in campo. Invece Dybala ha stretto i denti. «Paulo non aveva i 90 minuti – le parole dello Special One nel post partita – è rimasto perché non ha voluto lasciare la squadra nelle difficoltà. Ha fatto troppo, io avrei preferito lasciarlo a Roma in questi giorni e non portarlo a Praga, per fargli preparare il derby di domenica. Ma lui mi ha risposto: voglio venire e giocare».
Se e quanto giocherà a Praga lo decideranno insieme, anche perché in Europa finora Paulo ha giocato solo mezz’ora contro lo Sheriff, entrando sul punteggio di parità 4 minuti prima del gol vittoria di Lukaku. In campionato la differenza è evidente: nelle 4 partite in cui lui non c’è stato, la Roma ha ottenuto una sola vittoria (soffertissima) contro il Monza, poi 2 sconfitte (Milan e Inter) e un pareggio (Salernitana).
Viceversa, con lui in campo 4 vittorie: Empoli, Frosinone, Cagliari e Lecce, 1 pareggio (Torino) e 1 sconfitta nel «disastro generale di Genova» come lo ha definito Mourinho. Solo 2 le reti segnate (la doppietta con l’Empoli), che sarebbero potute diventare 3 se avesse calciato il rigore con il Lecce. «Non lo ha tirato perché non si sentiva sicuro a calciare da fermo», la spiegazione di Mou. Il prossimo, c’è da giurarci, lo calcerà lui.
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