Paulo Dybala

AS ROMA NEWS MILAN DYBALA EUROPA LEAGUEDybala sorride alla battuta sul futuro. «Paulo, guarda che scriviamo che rimani eh». Lui sta al gioco: «Vedremo, vedremo». Del resto anche prima, in conferenza, non si era sbilanciato davanti alla domanda diretta, scrive il Corriere dello Sport.

L’aveva un po’ dribblata, sfruttando quel modo così garbato ed elegante che gli appartiene: «Io sto benissimo qui, la gente con me è incredibile, e conoscendo meglio Daniele ho capito che sta diventando un grande allenatore. Mi piacerebbe continuare a lavorare con lui. Ma certe decisioni non dipendono solo da me o da De Rossi. Ci sono anche le scelte della società».

Il suo contratto scade tra un anno e non è stato ancora rinnovato. Rimane quella clausola da 12 milioni che Dybala può esercitare entro la fine di luglio per cambiare squadra. La sensazione però è che in questo momento non stia pensando a lasciare la Roma: «A fine stagione parleremo con la dirigenza per capire quali intenzioni abbia. Ma ora dobbiamo concentrarci su questa partita contro il Milan e sulle altre che abbiamo. Tutti sanno in quale competizione vogliamo giocare l’anno prossimo». Vogliamo. Dybala e la Roma in Champions. Sembra una promessa d’amore. 

Del resto il feeling con De Rossi, che tre mesi fa lo paragonò a Totti, è cresciuto giorno dopo giorno: «Non ha senso oggi paragonarlo ad Allegri o Mourinho, gli allenatori che ho avuto prima di lui, perché loro hanno vinto tanti titoli e Daniele ha appena cominciato. Però posso dire che per ciò che stiamo vedendo, per quello che sta trasmettendo alla squadra in termini di competenza ed entusiasmo, non gli manca niente per arrivare al livello di certi personaggi». Con il nuovo atteggiamento di squadra si sente comodo: «E’ più facile per tutti gli attaccanti giocare quando tieni di più la palla. In questo momento mi sto trovando alla grande, anche in allenamento»

Gli si avvicinano, nella pancia di San Siro, alcuni tifosi della Roma entrati chissà come in sala stampa. Dybala non si nega alle richieste di foto anche se la sua testa è già al calcio d’inizio. Nel derby ha giocato 80 minuti quindi è sufficientemente fresco per giocare in uno stadio che non ha visto in questa stagione a causa degli infortuni: «Mi sento molto bene. Poi tocca all’allenatore decidere quanto e come utilizzarmi. Non guardo tanto ai numeri, che magari interessano più a voi o ai tifosi. Mi interessa solo continuare a sentirmi in salute. Così posso dare una mano alla squadra».

Un vero leader tecnico: «Fa piacere quando mi chiamate così, non lo nego. E io mi prendo le mie responsabilità. Se posso essere un supporto per i compagni, dai più esperti ai più giovani, sono molto contento».

I tifosi gli chiedono un’altra finale europea: «E’ stato brutto perdere a Budapest, per questo piangevo. Come quando persi la finale di Champions, la sensazione fu la stessa. Tristezza. Ma il calcio offre sempre un’altra possibilità e noi vogliamo provare ad arrivare di nuovo in fondo».



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