ROMA-FROSINONE – Finalmente la Roma, riapparsa nella notte più delicata: 4 a 0 facile facile contro il Frosinone, aspettando la Lazio. Non si può ancora dire se il peggio sia passato, ma il risultato almeno consente a Di Francesco di riprendere fiato nel momento più critico della sua gestione. Il tecnico, messo sotto pressione da Pallotta che è stato contestato a lungo dalla Sud ad inizio partita, torna a vincere dopo 5 mesi in campionato all’Olimpico e soprattutto dopo 38 giorni ritrova il successo in questa stagione che è cominciata malissimo. Il match, tra l’altro, è senza storia, chiuso già al minuto 35 del 1° tempo con il tris calato da Under, Pastore ed El Shaarawy.

PATTO CON IL GRUPPO – L’ennesima formazione, 7 diverse in 7 match (solo Olsen e Manolas sono sempre stati titolari), e la nuova virata hanno finalmente sbloccato la Roma in piena crisi di gioco e d’identità. E, a quanto pare, è bastata l’umiltà e la coerenza di Di Francesco che, riproponendo il 4-2-3-1 (usato però in questa stagione solo in corsa), è andato incontro ai giocatori.

Cioè li ha schierati nelle posizioni a loro più congeniali. Il ruolo di Pastore, trequartista alle spalle di Schick, è la conferma di quanto il tecnico abbia voluto aiutare i singoli a riabilitarsi. Lo stesso si può dire per Nzonzi schierato da mediano accanto a De Rossi che ha festeggiato le 600 gare in maglia giallorossa. Non è detto che il sistema di gioco sarà confermato sabato pomeriggio nel derby, ma la soluzione scelta per superare il Frosinone è al momento la più adatta per gran parte dei calciatori acquistati da Monchi in estate. Anche il maxi turnover, con 7 novità dopo il ko di domenica a Bologna, ha dunque funzionato. Santon, ad esempio, è entrato bene sulla destra, proponendosi con continuità in attacco e chiudendo con attenzione.

ROTAZIONE NECESSARIA – Il terzino ha avuto spazio, per la prima volta in questa stagione, da titolare, permettendo a Florenzi di riposare. In crescita anche Kolarov sulla corsia sinistra e più dinamico Nzonzi. Si diverte Pastore, alzandosi verso l’area avversaria, ma meglio ancora fanno Under a destra ed El Shaarawy. Nel tridente completamente rivisto da Di Francesco, solo Schick non si accende come dovrebbe. E, probabilmente, spreca la nuova chance. Sabato con la Lazio rivedremo quindi Dzeko.

DIRIGENZA FISCHIATA – Il Frosinone di Longo, ancora incapace di far centro in questo torneo (già 16 gol subiti: peggior difesa della serie A), non ha resistito nemmeno per 2 minuti: Under, calciando da fuori, ha indirizzato subito il match. Schick, invece, ha sbagliato davanti a Sportiello, mostrando la solita sufficienza. E, a seguire, ha colpito la traversa su invito di El Shaarawy. Pastore, come contro l’Atalanta, ha invece usato il tacco per mettere al sicuro il risultato su cross preciso di Santon. Ed El Shaarawy, sfruttando l’accelerazione di Under, ha avuto il merito di far ritrovare il sorriso a Monchi e Totti in tribuna.

Di Francesco, avanti di 3 gol all’intervallo (dopo un anno), ha avuto poi la possibilità di proseguire il turnover anche in corsa: Marcano per Manolas dopo l’intervallo e più avanti spazio ai debuttanti in A, Zaniolo per Pastore e Luca Pellegrini (23° giocatore utilizzato) per De Rossi. Anche Under ha preso una traversa nel- la ripresa giocata a ritmo più basso. L’Olimpico ha prima fischiato sia Monchi che Baldissoni, inquadrati sui tabelloni, e ha poi esultato ancora per il poker di Kolarov (1° gol all’Olimpico da giallorosso e 9° marcatore stagionale) su assist di Luca Pellegrini. Nessuna festa, ma un po’ d’entusiasmo si è rivisto. Almeno per una sera.

(Il Messaggero – U. Trani)



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