Le cose cambiano, ed è inutile stupirsi. Pensate solo all’attualità. Ai tempi spensierati dell’opposizione, il Movimento 5 Stelle tuonava contro il nuovo stadio della Roma a Tor di Valle e ieri invece Virginia Raggi – da sindaca – si affacciava benedicente dal Campidoglio col radioso presidente Pallotta. Con queste premesse, che Luciano Spalletti stasera nell’esordio di Europa League contro il Viktoria Plzen cambi mezza squadra rispetto alla Samp non sorprende affatto. Scelta apparentemente saggia, anche se la rivale ceca ha vinto in patria 4 degli ultimi 6 campionati ed è la testa di serie del girone, pur con alcuni settori dello stadio chiusi per i cori razzisti nel playoff col Ludogorets. «Siamo pronti per la Roma – spiega il tecnico Pivarnik -, giocheremo sulle fasce provando a evitare il contropiede». Spalletti ne è conscio, però dà fiducia al turnover: «Abbiamo a disposizione più di 11 titolari, quindi una rosa per cambiare qualche elemento nelle diverse competizioni senza usurare sempre gli stessi. Certo però che occorre continuare a giocare un buon calcio e cercare di vincere».
FAZIO & CO. E allora largo ad Alisson, Paredes, Iturbe, Dzeko e Fazio che – avendo vinto per ben tre volte l’Europa League – ricorda come il riuscirci «apra le porte della Champions». Ovvero, il paradiso perduto contro il Porto. Spalletti perciò spiega: «La Champions è la competizione più pregiata e l’abbiamo persa, ma l’Europa League è importante lo stesso. Ovvio che per ora il paragone stride, ma se riusciamo ad accedere alle fasi finali diventerà bellissima e noi ci dobbiamo tenere». Di sicuro il reparto su cui l’allenatore sta lavorando forte è la difesa, visto che quella giallorossa, nelle ultime 32 partite europee, ha preso gol in 31 occasioni: «Anche se stavolta il reparto ha delle novità e non sarà affiatatissimo, dobbiamo e possiamo fare meglio».
TOTTI GENIO Inutile dire che i media locali gongolino al pensiero di vedere Totti in campo. «E’ il più conosciuto, giocherà?», chiedono anche a Spalletti. «Anche da noi è il più conosciuto -replica -, ma non posso promettere niente. Sarà la partita a decidere, ho tanti giocatori forti. Francesco è forte, anzi è un genio. Nel calcio il talento fa cose che agli altri non riescono, il genio fa cose che al talento non riescono. Totti è un piacere vederlo, il problema è l’età che ha. Dispiace a tutti, bisogna essere bravi nel saperlo usare». Per farlo occorre una Roma in partita, come l’allenatore vuole che accada anche stasera contro il Viktoria: «Il rombo è un sistema di gioco che noi sappiamo fare, ma occorre essere bravi a comandare il gioco, altrimenti si soffre sulle fasce, anche perché il Viktoria è una squadra forte».
CASO NAINGGOLAN I titoli di coda sono sul caso Nainggolan, ovvero sul fatto che il belga si è lamentato perché lo stadio domenica tifava solo da quando c’era Totti. «Spesso si domanda: lavorare a Roma è particolare? Sì, è tutto più intenso, è tutto doppio. Così noi dobbiamo essere pronti a raddoppiare anche noi stessi nelle qualità che si mettono in campo. Dipende da noi, non dobbiamo chiedere niente al nostro pubblico. Siamo noi che dobbiamo tirarlo dentro attraverso un comportamento forte, poi di sicuro la gente parteciperà. Radja è forte e ha fatto vedere di esserlo, ma se Totti accende qualcosa nell’animo della gente, io devo cercare altri calciatori che facciano la stessa cosa. Il paragone è con lui». Confronto forte. Speriamo non intimidisca.
(Gazzetta dello Sport – M. Cecchini/D. Stoppini)
FOTO: Credits by Shutterstock.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA