Lo attendono con fiducia a Trigoria, nelle prime ore della mattina, per consegnargli la carta d’imbarco per Boston. Ma quando Kostas Manolas si materializzerà davvero, mascherando con un sorriso l’imbarazzo di una situazione scomoda, tutti alla Roma tireranno un sospiro di sollievo.
IL CASO – Non dovrebbero esserci sorprese o strappi di alcun tipo, nonostante la prognosi di sette giorni per il problema «limitante ma non severo» (espressione del medico sociale Del Vescovo) a un muscolo di una coscia riscontrato due sere fa a Villa Stuart. Manolas anche ieri non si è allenato – è successo diverse volte in questi due anni che abbia gestito il fisico a seconda delle personali sensazioni – ma risulta regolarmente tra i convocati per la tournée che decolla (letteralmente) stamattina dall’aeroporto di Fiumicino. Nei prossimi giorni, salvo contrattempi dell’ultim’ora, si deciderà se e come utilizzarlo a Boston, nella seconda fase della preparazione estiva.
IL FUTURO – La Roma non prevede rotture fragorose, quindi. Non un’estate alla Benatia, per intendersi. Semplicemente perché la Roma in quella situazione, due anni fa e sempre negli Stati Uniti, ritenne conveniente vendere il suo difensore centrale, al di là della letteratura che ne circondò la trattativa sul rinnovo contrattuale. Stavolta invece tutti, dal presidente Pallotta all’allenatore Spalletti, si sono esposti sulla conferma di Manolas. E Manolas, a differenza di Benatia, non ha mai espresso pubblicamente (almeno a parole) il suo malumore rivendicando promesse non mantenute.
IL RETROSCENA – Stavolta la promessa c’è e a Trigoria assicurano che verrà mantenuta. Da almeno un anno Sabatini ha detto a Manolas di non preoccuparsi dei soldi. Il contratto (1,5 milioni netti più i bonus) verrà adeguato, anche se in questo momento l’accordo sembra molto lontano. Il procuratore Evangelopoulos sta provando a forzare la mano per oliare la cessione in Inghilterra (lo vogliono il Chelsea e le due squadre di Manchester) o in alternativa strappare un robusto aumento d’ingaggio, almeno raddoppiato rispetto alle cifre attuali. La Roma però tergiversa, stoppando ogni rilancio, perché prima di risollevare il monte stipendi alleggerito dall’addio di Pjanic e Maicon (e dalla decurtazione agli emolumenti di Totti) vuole sapere se parteciperà alla Champions League. Già Nainggolan avrà il suo aumento, a prescindere dal playoff di agosto, quindi Manolas verrà al secondo posto nella lista delle priorità. Senza una cessione all’orizzonte: fino al primo settembre, la Roma dovrebbe riconoscere il cinquanta per cento della vendita di Manolas alla precedente società, l’Olympiacos, che proprio per questo obiettivo sta stuzzicando il procuratore.
REAZIONI – Resta da capire come reagirà Manolas nelle prossime settimane. In ritiro a Pinzolo è sembrato molto agitato, tanto da meritare una ramanzina pubblica di Strootman e un confronto privato con Spalletti. Come si comporterà in America, una volta che l’infortunio «limitante ma non severo» sarà stato smaltito?
COMPLICAZIONE – Intanto, restando ai difensori, si è arenata la trattativa per lo spagnolo Nacho, che è già in Canada con il Real Madrid. Non c’è ancora l’accordo tra i due club. Le sensazioni a Trigoria rimangono ottimistiche sulla finalizzazione dell’affare, con la formula del prestito con diritto di riscatto, ma Sabatini ha ricominciato a guardarsi intorno alla ricerca di un’alternativa. Come lo svincolato Caceres, che da mesi ormai aspetta le mosse della Roma e nelle ultime ore è stato accostato anche al Napoli.
(Corriere dello Sport – R. Maida)
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