Monchi

Nel primo week end di luglio il grande accusato in casa romanista è il presidente, James Pallotta: il presidente della Roma è l’uomo che i tifosi mettono sul banco degli imputati per le cessioni di Salah, Paredes e, soprattutto, quella assai probabile di Ruediger.

I soprannomi, ieri, si sprecavano: Dollar Jim, Money Jim, o Pallotta McDuck (una rivisitazione di zio Paperone). Lo stadio non basta più. La gente si era abituata a una cessione (Salah), non aveva fatto drammi per la seconda (Paredes), ma l’addio di Ruediger se lo aspettavano in pochi. È tornato Pellegrini, e va detto che Pallotta fin da subito è stato favorevole a spendere i 10 milioni della «recompra», ma un centrale (che segna) come Marchizza viene mandato a giocare – Sassuolo a un passo – e non resta a Trigoria, come da auspici presidenziali a mezzo stampa. Di fronte all’addio (non ancora ufficiale) di Ruediger, i romanisti si sono uniti. Qualcuno ha provato ad essere ottimista, ma la critica è stata unanime.

Sono state tante le foto con Trigoria diventata un supermercato: “Nainggolan quanto sta al chilo?”, il commento di alcuni su Facebook sotto la foto della nuova divisa bianca. Oggi arriva Gonalons, Karsdorp e Moreno sono già della Roma, ma ai romanisti ieri importava poco. L’unica speranza, per molti, è Monchi: bravo e rapido a vendere, magari “anche bravo e rapido a comprare. Per lui parla il curriculum“. Del nuovo direttore sportivo la gente si fida. A lui il compito di far dimenticare il primo, infuocato, sabato di luglio.

(Gazzetta dello Sport – C. Zucchelli)



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