Josè Mourinho

AS ROMA NEWS MOURINHO – Ieri hanno accolto la squadra con la faccia triste di chi capisce che la forbice tra parole e fatti si sta malinconicamente allargando. Parliamo della famiglia Friedkin, che si aggirava a Trigoria, passando da un colloquio con i dirigenti a uno con l’allenatore, scrive La Gazzetta dello Sport. «Vertici», sintetizzano spesso i media.

E il messaggio finale che fanno filtrare è inequivocabile: la proprietà è molto delusa e frustrata per i risultati fin qui ottenuti dalla Roma. Considerano la classifica inferiore alla qualità della rosa e ribadiscono che l’obiettivo minimo della stagione è la qualificazione in Champions. Morale: il 16° posto è un sacrilegio. E allora si parte da qui.

I 14 infortuni muscolari subiti dai giallorossi sono decisamente troppi. Mourinho dice che in rosa ha tanti giocatori con una fragilità nota o dovuta all’età (Sanches, Llorente, Smalling, Spinazzola, Aouar, Azmoun, Dybala), ma dall’entourage del gruppo filtra insoddisfazione per la blanda preparazione. Il tecnico ha difeso il responsabile Rapetti, ma nel mirino pare esserci Lalin, addetto al recupero degli infortunati. In ogni caso, molti paiono giocare con la paura addosso e in generale la squadra si muove a livello di intensità non consoni.

Mou aveva cominciato cercando maggiore manovre. Con l’arrivo di Lukaku si è tornati al lancio lungo per l’attaccante che deve andare in profondità oppure far salire la squadra. E se la difesa a tre ormai non dà più garanzie di solidità, il passaggio a 4 pare essere solo la mossa disperazione, così come l’affastellare punte nei momenti di crisi, minando l’equilibrio complessivo. Ai tifosi più attempati i cambi finali contro il Genoa hanno ricordato la “storica” sconfitta rimediato da Carlos Bianchi nel settembre 1996 contro la Samp all’Olimpico (anche lì 1-4). Ecco, non siamo a quei livelli, ma i meccanismi passati sono dimenticati. Compresi quelli difensivi, su cui si sono costruite tante fortune europee nelle ultime due stagioni, concluse con un successo e una finale.

Il monte ingaggi della rosa è sicuramente da zona Champions. Non basta. Occorre tenere conto che ormai la parte fissa degli stipendi è incrementata da quella variabile, che può essere legata a obiettivi di squadra (trofei, qualificazioni alle coppe, passaggi di turno) oppure individuali (presenze o gol segnati). Per questo, andando ai bilanci ufficiali del club, per tutti i tesserati la Roma nella era Friedkin ha speso 151,5 milioni nel 2020-21 e 154,9 milioni nel 2021-22. Se lo scorso anno c’è stata una lieve riduzione, è possibile che alla fine di questa stagione la proprietà americana possa arrivare a spendere oltre 150 milioni, se le cose andassero bene. Cosa che tutti i tifosi si augurano. Per dire, se Lukaku centrasse tutti i traguardi potrebbe arrivare a guadagnare dieci milioni.

La sensazione è che qualcosa si sia incrinato anche all’interno dello spogliatoio. Ad esempio, alla fine del match di Marassi, il tecnico ha detto che la squadra aveva sbagliato approccio, mentre un quarto d’ora più tardi capitan Pellegrini aveva un parere opposto. È pleonastico sottolineare come Mou abbia mostrato palese nostalgia per Ibanez e tutti i tifosi pensino lo stesso per quella di Matic. Non è un mistero che il serbo – molto legato a Dybala – non avesse rapporti idilliaci con lo zoccolo duro degli italiani, che invece tra loro vanno parecchio d’accordo. Un indizio? Giovedì sera le mogli di Pellegrini, Mancini, Cristante, Spinazzola e Belotti erano insieme a vedere la partita. Nulla di male. Ciò che conta adesso, però, è rimanere compatti. Anche con i baby, visto che Zalewski sembra in involuzione e lo stesso Bove stenta a ritrovarsi quando i meccanismi corretti.

In questo senso, se si esclude il gran colpo di Lukaku, il mercato finora è apparso deludente. Ndicka sta facendo rimpiangere Ibanez, mentre Kristensen non pare meglio di Karsdorp. Anche Llorente – che ora rischia due settimane di stop per infortunio – annaspa. E se Sanches è una “spoon river” di rimpianti causa infortuni, anche Aouar e Azmoun non brillano, così come Paredes, un “mondiale” che nel suo ruolo è sovrastato da Cristante.

Morale: la contestazione dei tifosi ha scatenato le critiche e i bookmaker cominciano addirittura a quotare l’esonero di Mourinho. Fantascienza, ovvio. Ma il faccia a faccia di ieri con la squadra davanti ai video del match col Genoa aveva un sapore ultimativo. Si naviga o si affonda insieme già da domenica col Frosinone (che li guarda dall’alto) Perché se parla Mou, tremerebbero in tanti.



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