Eusebio Di Francesco

(Il Tempo – A. Austini) Trovare gli stimoli per affrontare il Barcellona non è difficile. Lo è molto di più resettare tutto dopo una sconfitta dura da digerire nelle proporzioni e che lascia la quasi certezza di una Champions compromessa dopo aver sognato a lungo. Con l’obiettivo di giocare quella dell’anno prossimo, la Roma è chiamata all’ennesima prova di maturità oggi alle 18 all’Olimpico, dove contro la Fiorentina inizierà un ciclo di quattro partite consecutive all’Olimpico: archiviata la sfida ai viola ecco subito il ritorno col Barça, poi un derby da ospiti e il Genoa. In altri tempi sarebbe garanzia di successo, quest’anno invece i problemi principali i giallorossi li hanno accusati proprio nell’ex fortino di casa. Cinque sconfitte in campionato più una in Coppa Italia, 28 punti conquistati in 15 gare contro i 32 ottenuti in trasferta nello stesso numero di partite.

Stasera sarà una sfida delicata e particolare, nel ricordo di Astori prima del fischio d’inizio (la società lo ricorderà con un video e la curva a modo suo), e contro un avversario che proprio nella tragedia si è unita e ha vinto le cinque gare consecutive, rientrando in lotta per l’Europa. «Serve grandissima attenzione – sottolinea Di Francesco – dopo la Champions abbiamo meno energie ma c’è da mantenere per forza il terzo posto, visto che poi c’è il derby».

Inutile girarci attorno, le modalità del ko al Camp Nou, tra errori arbitrali e tecnici, è stata una mazzata sul morale della squadra. «Il primo giorno non è stato facile – racconta l’allenatore – erano tutti un po’ rammaricati per il risultato, non meritava- mo quel passivo. Siamo stati corti, compatti e aggressivi cercando di inibire il gioco di una squadra veramente forte. E non dite che se Messi non la “struscia” è solo demerito suo. Si è avvicinata alla Roma che voglio, anche Pallotta era contento della prestazione ma non ci dobbiamo accontentare perché una partita persa 4-1 non può essere un esempio da cui ripartire». Anche per i troppi errori sotto porta: «I dati sono inconfutabili, dobbiamo migliorare il rapporto occasioni create e gol fatti. In sede di mercato faremo valutazioni a 360 gradi, adesso è prematuro tracciare bilanci: c’è da finire un campionato, c’è la partita di ritorno col Barça, noi diamo tutto per scontato e a me non piace anche se sarà dura».

Ancor di più perché il tecnico sta perdendo un giocatore al giorno: dopo Under si ferma Perotti, ma almeno recupera Nainggolan mentre Silva «si sta allenando bene anche se non vuol dire che può giocare» e Schick «lo lascerei un po’ tranquillo perché subisce tutta l’attenzione che c’è su di lui». A proposito di valutazioni da fare sul futuro.



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