AS ROMA NEWS LUKAKU – L’arrivo: ore 17.40. Il posto: aeroporto di Ciampino. Il pilota dell’aereo: Dan Friedkin. Lo sfondo: 7.000 tifosi della Roma già innamorati. Il personaggio: Romelu Lukaku, scrive il Corriere della Sera.
Ad accompagnare il bomber belga, sull’aereo pilotato dal presidente giallorosso, non c’era nessun famigliare ma Roma è pronta a diventare la sua grande famiglia. Non c’erano i figli, il più grande si chiama Romeo, ha 4 anni ed è entrato nelle Academy di Inter e Anderlecht mentre il più piccolo si chiama come il fratello ex calciatore della Lazio, Jordan: di entrambi si occupa a tempo pieno la nonna Adolphine.
Nonostante giochi a calcio, Romeo non ha come idolo il padre e la cosa l’ha raccontata lo stesso centravanti con aria divertita: «Esulta come Cristiano Ronaldo e questo mi diverte, perché quando ero piccolo io esultavo come Ronaldo il brasiliano. Il suo idolo però è Mbappé. Mi dice: chiama Hakimi, vorrei parlare con Kylian».
Insieme a Lukaku, che ieri ha sostenuto le visite mediche a Villa Stuart e poi in serata ha raggiunto direttamente l’albergo Fortyseven Boutique Hotel, con vista sul Circo Massimo (a Trigoria andrà invece stamattina), non c’era nemmeno la fidanzata, la rapper Megan Thee Stallion: lei ha vinto in carriera 3 Grammy Awards, 2 MTV Video Music Awards ed è famosissima. I due hanno fatto la loro prima uscita ufficiale al matrimonio di Lautaro Martinez, ma Big Rom non parla e non mette in mostra le sue storie.
È legatissimo al fratello Jordan, che alcuni anni fa lo difese pubblicamente quando Romelu era criticato in nazionale, e alla mamma Adolphine, che vive a Bruxelles. Per questo perse la testa quando Ibra, in un derby milanese, gli disse «Vai a fare i tuoi riti voodoo del c…», riprendendo una frase del proprietario dell’Everton, Farhad Moshiri, che disse: «Sua madre, che era in pellegrinaggio in Africa, per qualcosa legato al voodoo gli ha detto che doveva andare al Chelsea».
Maniacale nei particolari – a Milano aveva fatto installare nel proprio appartamento una camera iperbarica per il recupero dopo le partite -, Lukaku lo scorso anno è stato al centro di una battaglia dopo i cori razzisti ricevuti allo Juventus Stadium in seguito alla sua classica esultanza – saluto militare e poi il dito indice davanti alla bocca – che fu punita con l’espulsione. «Nel calcio non c’è posto per il razzismo», commentò Gianni Infantino, presidente della Fifa. I tifosi della Roma sperano di vederlo esultare presto, magari già venerdì sera contro il Milan anche se l’ipotesi credibile è che vada in panchina.
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