È il primo acquisto della nuova Roma: Gerson è arrivato ieri dopo un viaggio interminabile. «Forza Roma» è la prima frase, anche se il suo pensiero lo aveva esternato qualche giorno fa in Brasile: «Spero di mostrare presto il mio valore lavorando sodo. E appena avrò una possibilità, di afferrarla al volo e di mostrare quello che so fare».
Gerson è stato già a Roma una ventina di giorni a gennaio: «La Roma all’epoca mi lasciò decidere se andare in prestito in un altro club o tornare in Brasile e ho pensato che la cosa migliore fosse tornare a casa, dove ho la famiglia e gli amici — ha detto il baby brasiliano — Sono contento di aver aiutato il mio club con la mia cessione, questa nuova esperienza in Europa favorirà di molto la mia carriera. Per provare ad essere uno dei migliori devi saper accettare queste sfide. Anche se lasciare la Fluminense non è stato certo facile. Ma nella vita tutto ha un prezzo, anche questo…».
Il brasiliano può giocare come mezz’ala, trequartista o esterno d’attacco. Di certo, allo stato attuale è l’unico centrocampista della Roma dai piedi eleganti: l’interruttore della fantasia, la luce alla Pjanic. «Conosco già Trigoria, sono pronto. E sto studiando anche l’italiano, la lingua mi può aiutare a capire tanto, ad iniziare da quello che Spalletti vorrà da me. A gennaio mi ha impressionato De Rossi, ma anche Maicon, che conoscevo solo di vista. Totti? Lui è una persona sensazionale, a Roma è come un Dio. Poi lo conosci e ti trovi davanti un ragazzo semplice, umile. Il sogno di tutti i giocatori che sbarcano in Europa è quello di giocare la Champions League. Accanto a Totti, poi, sarebbe molto ancora più bello…».
La Roma lo ha strappato con un investimento da 17 milioni di euro al Barcellona: «Il presidente della Fluminense aveva giù chiuso con i catalani, che avevano un diritto di acquisto, ma io ho pensato che fosse meglio partire dalla Roma per poi magari andare in un altro club. Non mi pento, visto che giocherà in un grande club come la Roma, in uno dei migliori campionati del mondo». Infine un pensiero sulla mancata convocazione alle Olimpiadi di Rio: «Dispiace, è ovvio — chiude Gerson — Vorrà dire che da oggi lavorerò forte per andare alla prossima Coppa del Mondo».
(Gazzetta dello Sport)
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