Rassegna stampa
Roma, ecco Ibanez: fede, corsa e coraggio. Ricorda Marquinhos
NOTIZIE AS ROMA IBANEZ – Qualcuno pensando a lui è già tornato indietro al 2012, quando a Roma si affacciò un altro giovane brasiliano, Marquinhos. Anche lui sconosciuto, proprio come lo era Ibanez quando la Roma ha deciso di investirci su, a gennaio, vincendo un lungo braccio di ferro con il Bologna dell’ex Sabatini.
Il paragone è ingombrante, ma la Roma aveva una certezza: Ibanez non è una scommessa, ma una risorsa. E grazie al lavoro di Fonseca di questi mesi, ora anche un titolare. Il cui cartellino verrà pagato a giugno 2021 (8 milioni, poi 2+1 di eventuali bonus), ma che ha già visto raddoppiare il suo valore. La Roma non può neanche venderlo Ibanez, ma potendo non lo farebbe. Perché l’obiettivo è quello di renderlo un giocatore ancora più forte e pronto di quel che già è.
Il bello è che fino al lockdown il brasiliano non aveva mai messo piede in campo: panchina con Sassuolo, Atalanta, Lecce e Cagliari, tribuna con il Bologna. Poi è arrivata la pandemia, che per tutti è stata una iattura, ma forse non per Roger (che tra 5 mesi diventerà papà di una bella bimba: ieri shooting fotografico al centro di Roma con la moglie Bruna per festeggiare il fiocco rosa).
Nel senso che Fonseca ha potuto continuare a spiegargli come muoversi, i posizionamenti da prendere, le posture da assumere. Tutta teoria, è vero, ma quando la Roma si è ritrovata, Ibanez era un giocatore diverso. Tanto che Fonseca lo ha buttato subito dentro, già con la Sampdoria. L’inizio non è stato rose e fiori, Ibanez ha sbagliato su due gol e mezzo degli avversari (errori su quelli di De Paul e Callejon, spaesato su quello di Gabbiadini).
Ma poi ha preso confidenza e contromisure, salendo in cattedra. Così tanto che quando Smalling si è fatto male, Fonseca lo ha spostato al centro della difesa a tre. «Perché è veloce e sa costruire dal basso», ha detto il portoghese. Che contro Parma, Brescia, Verona e Inter gli ha dato il comando della difesa. Così, dalla ripresa, Ibanez ha giocato 7 gare su 8, di cui 6 da titolare.
Ed a promuoverlo è stato anche Daniele Adani, la voce tecnica di Sky, che durante la gara con l’Inter lo aveva definito «il difensore più forte della Roma». Ieri Adani ci è tornato su: «Come qualità non è inferiore a Smalling, Fazio e Mancini. Ha tutto per stare ad alti livelli: tecnica, posizione, tempismo e potenzialità. È un centrale completo, moderno. Sa condurre la palla e giocare in verticale. Sa coprire, marcare e tenere la linea, perché nella difesa a 3 è lui che decide se stare in linea o prendersi qualche metro per chiudere in profondità. È veloce, bravo quando scivola sugli esterni. La Roma ha scoperto un potenziale titolare». Già. Con la Spal, riposerà a causa dell’affaticamento all’adduttore. Ma poi tornerà al suo posto. Da titolare.
(Gazzetta dello Sport)
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