Nemanja Matic

CALCIOMERCATO AS ROMA MATIC – La risposta all’addio di Mkhitaryan non s’è fatta attendere. Fuori l’armeno, che ha preferito l’offerta dell’Inter a quella giallorossa, dentro Matic. A convincere il serbo, prossimo a svincolarsi dallo United, ci ha pensato in prima persona Mourinho, scrive Il Messaggero.

Era metà maggio quando José, incurante della ridda di voci che avrebbero scatenato le sue dichiarazioni, definì il centrocampista «semplicemente fantastico. Tutti conoscono qual è il mio rapporto con lui, È uno dei ragazzi che ha la mia fiducia». Una stima (reciproca) nata in Premier prima al Chelsea e poi proseguita allo United. A tal punto che Nemanja, alla stregua di Ivanovic, Terry e Drogba, da sempre è conosciuto come uno dei soldati di Mou.

Esperienza, quantità e qualità abbinate nei piedi di questo colosso di 194 centimetri che nel tempo ha forse perso un po’ di dinamicità ma che rimane un calciatore di assoluto livello. Nell’ultima stagione ha giocato 32 partite e nonostante qualche fastidio muscolare è tendenzialmente stato sempre bene. È dotato di un piede sinistro molto preciso, sa verticalizzare con lanci lunghi ed è abile nel gioco aereo. È in possesso del doppio passaporto poiché nel 2014 ha ottenuto quello slovacco.

Nemanja, 34 anni ad agosto, fa della personalità un altro suo punto di forza. Se in campo questa caratteristica è sotto gli occhi di compagni e avversari, fuori lo ha dimostrato diverse volte. Avete presente ad esempio il papavero rosso sulle maglie dei giocatori della Premier League durante il Remembrance Poppy, simbolo del ricordo della fine della Prima Guerra Mondiale e delle altre guerre? Quel logo è un’usanza che ormai è divenuta una consuetudine dal 2012, nel mese di novembre, perché in Gran Bretagna si celebra il giorno del ricordo.

Matic si è sempre rifiutato di indossarlo, perché gli ricorda le bombe in Serbia nel 1992: «Rispetto il diritto di ognuno e ho totale compassione per coloro che hanno perso i loro cari a causa dei conflitti. Ma per me, in ogni caso, è soltanto il ricordo di un attacco subito quando ero un dodicenne spaventato che viveva a Vrelo, mentre la mia nazione veniva devastata dai bombardamenti del 1999». Un legame, con la sua terra, che non ha mai dimenticato. Così nel 2016 ha scelto di sostenere l’intero villaggio nel quale era cresciuto, pagando i debiti che i cittadini avevano nei confronti di alcuni negozi e supermercati. Un aiuto che poi per i 1600 abitanti di Vrelo è continuato negli anni a seguire.

Alla Roma può regalare personalità, esperienza, copertura e geometrie. Matic dà il meglio di sé come mediano basso davanti alla difesa, così da diventare in fase di ripiegamento un centrale aggiunto nel caso di un centrocampo a tre o anche a quattro qualora si giochi con il trequartista. Sia Mou che Conte lo hanno impiegato anche come centrale a sinistra sia nel 4-2-3-1 che nel 4-4-2.

La Roma lo ha convinto proponendogli sostanzialmente lo stesso contratto rifiutato da Mkhitaryan: un anno a 3,6 milioni di base che giocando regolarmente porterebbero il totale a 4,2 (due i bonus personali da 300 mila euro ogni 15 partite) senza considerare i premi collettivi di squadra, più rinnovo automatico al 50% delle presenze in stagione, abbinato al pass europeo, quale sia la competizione. Le firme ancora non ci sono ma ieri l’agente del serbo ha dato l’ok all’operazione. Dopo Svilar, ecco quindi Matic. Per la felicità di José.



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