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Rassegna stampa

Roma, effetto Mourinho: Olimpico pieno (a metà) anche in Conference League

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ULTIME NOTIZIE AS ROMA CSKA SOFIA MOURINHO – Oltre 26.000 biglietti venduti per Roma-Cska Sofia (stasera alle 21) sono il segnale più lampante di quello che si chiama già «effetto Mou». Hanno aiutato i prezzi popolari, ma non era certo facile riempire l’Olimpico in quasi tutti i posti disponibili in tempi di pandemia, scrive il Corriere della Sera.

La Conference League non ha certo il fascino della Champions e non è neppure l’Europa League, però il fatto è un altro: i tifosi vogliono vedere la squadra di Mourinho sempre e comunque. La vittoria all’ultimo tuffo contro il Sassuolo («Arrivata in un modo epico», ha detto Mourinho) è stata il miglior biglietto da visita anche per le partite a venire.

José Mourinho, così, deve fare l’equilibrista: da un lato c’è la voglia di prolungare il momento magico e dall’altra la necessità di tenere a freno entusiasmi che possono essere anche controproducenti. Così la conferenza stampa alla vigilia della gara contro i bulgari, prima del girone eliminatorio, è stata un colpo al cerchio e uno alla botte.

Frenata: «Cinque vittorie di fila non sono 50. Non c’è ragione per andare fuori di testa. I tifosi sono felici ma anche loro devono essere equilibrati come lo siamo noi: il nostro è un processo, stiamo lavorando solo da due mesi. Tranquilli tranquilli».

Accelerata: «Voglio che la squadra mantenga l’ambizione che ha avuto contro il Sassuolo. Dico sempre ai miei calciatori che dare meno del 100% vuol dire non dare niente. Questa caratteristica non è negoziabile».

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Frenata: «Il campionato vale più della Conference League».

Accelerata: «Non cambieremo mentalità: bisogna pensare sempre che la partita più importante è sempre la prossima. Lo facevo in Inghilterra con quattro competizioni e lo farò qui anche per Conference League e Coppa Italia. Dobbiamo essere preparati per giocare al massimo tutte le competizioni».

Lo Special One è davvero speciale perché dentro di lui è come se ci fossero due allenatori. Il primo cerca di essere obiettivo: «Non mi interessa essere il primo allenatore al mondo a vincere le tre competizioni Uefa, per me la vittoria è importante a prescindere dai record o dall’essere il primo a ottenerla». Il secondo rivendica tutto il possibile, anche oltre i 25 titoli ufficiali (8 campionati in 4 nazioni diverse e 17 Coppe): «In verità, da assistente al Barcellona, ho vinto anche la Coppa delle Coppe nel 1997 (1-0 contro il Paris Saint Germain, il primo allenatore era l’inglese Bobby Robson; ndr).

Istruzioni per l’uso: 1) vincere il girone è importante perché solo le prime passeranno direttamente il turno e salteranno il playoff che le seconde giocheranno invece con le «retrocesse» dall’Europa League; 2) arrivare fino in fondo porta in cassa circa 30 milioni di euro.

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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