Genova per Stephan El Shaarawy e Diego Perotti, non è una canzone di Gino Paoli, Fabrizio De André o Ivano Fossati. È l’urlo di Marassi, il corpo che ritorna ragazzo, il sogno italiano che deve ancora lievitare come se fosse un pane pieno di promesse. Se i due attaccanti della Roma sono approdati nei salotti buoni della Serie A, in fondo, lo devono proprio al Genoa, che ha creduto in loro quando non in molti erano disposti a scommettere sul futuro che avevano nei piedi.
Il Faraone con la maglia del Genoa ha esordito in Serie A a 16 anni, un mese e 24 giorni, guadagnandosi le stimmate di “enfant prodige”, anche perché trascinava i rossoblù alla brillante vittoria nel campionato Primavera. Il suo rapporto con Genova, perciò, va ben al di là delle tre presenze complessive in prima squadra, ottenute prima di andare in prestito al Padova e poi di essere ceduto al Milan. Per Stephan è sempre un’emozione tornare a Marassi.
Adesso però, da capocannoniere della Roma, è soprattutto a lui che si aggrappa Claudio Ranieri per provare a raggiungere la zona Champions, anche perché al Genoa il Faraone ha già segnato, pur non esultando. Anche Perotti deve molto ai colori rossoblù. Il suo anno e mezzo al Genoa infatti – ricco di 45 partite e 5 reti segnate dal 2014 al gennaio 2016 – hanno rappresentato il rilancio per l’attaccante argentino, che nel Siviglia e nel Boca Juniors aveva avuto tantissimi stop per infortunio. Probabile, anche perché – vista l’assenza di Kluivert per infortunio – non è escluso che Ranieri lo rilanci sulla fascia destra, preferendolo magari a Under, ancora non al meglio dopo il lungo infortunio muscolare di cui è rimasto vittima a inizio anno.
(Gazzetta dello Sport)
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