NOTIZIE AS ROMA – Come in “Dieci piccoli indiani” di Agatha Christie. La Roma che perde due o tre giocatori al giorno rischia di non arrivare nemmeno alla metà del libro. È questa la pagina più preoccupante, non la sconfitta contro il Real Madrid che arriva per consunzione e perché si dà spesso la colpa ai giovani ma sbaglia ancor di più la vecchia guardia (Fazio costa l’1-0 di Bale).

La qualificazione agli ottavi di Champions League, per fortuna, è arrivata ancor prima che il mediocre arbitro francese Turpin fischiasse l’inizio: il Viktoria Plzen ha vinto a Mosca nella gara delle 19 e Roma-Real è diventata uno spareggio per il primo posto nel girone. Contro il Real mancavano Dzeko (che salterà anche la sfida domenica con l’Inter), Lorenzo Pellegrini, De Rossi, Pastore e Perotti. A metà del primo tempo si è fatto male anche El Shaarawy. Zaniolo, il migliore tra i giallorossi, è uscito per crampi. È un’ecatombe che mette fortemente in dubbio la preparazione atletica di Di Francesco e del suo staff. Gli infortuni muscolari sono da record. La curva Sud, alla fine, se l’è presa soprattutto con il presidente Pallotta e con la dirigenza.

Impossibile sapere cosa possa succedere alla panchina di Di Francesco in caso di sconfitta anche domenica sera. Non si può dire che i ragazzini abbiano deluso: Zaniolo ha giocato con personalità, Schick non ha segnato ma si è dato da fare, Kluivert ha avuto qualche guizzo importante. Però non c’è un collante tra giovani e anziani e in questi casi il calcio sa spesso essere crudele. Lo dimostra quello che è successo tra recupero del primo tempo e il primo minuto del secondo, quando la Roma è passata dall’1-0 che sembrava sicuro allo 0-1. Roma-Inter sarà un’ordalia, non una partita.

(Corriere della Sera)



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