ULTIME NOTIZIE AS ROMA SASSUOLO – Il settimo posto riflette tutti i disagi della Roma che ha raccolto un punto nelle ultime tre partite, non ha una protezione difensiva affidabile, ha festeggiato soltanto un gol degli attaccanti nelle ultime nove uscite, scrive La Gazzetta dello Sport.
Inoltre carattere e cattiveria non appartengono alla banda di Fonseca, altrimenti avrebbe portato a casa un successo dopo essere stata avanti due volte. A questo punto della stagione bisogna accettare di vedere il mondo come è, senza troppe illusioni ma cercando di raschiare ancora quanto di buono si può ottenere.
Giovedì la Roma sarà ad Amsterdam, unica italiana rimasta nelle coppe; l’allenatore sostiene che la Champions è ancora raggiungibile, ma restare quasi fermi mentre le rivali galoppano non è il sistema migliore. E il discorso assenze conta poco in questa partita: il Sassuolo è nella stessa emergenza dei giallorossi, se non di più.
Anche se arriva all’85’, il pareggio è giusto. Il conto delle occasioni è quasi simile (8-9), i momenti in cui capitano e non vengono sfruttate avrebbero potuto chiudere i giochi da una parte o dall’altra. Portieri in spolvero, partita che mischia sbagli ed emozioni; ma se dal giovane Sassuolo, già spregiudicato di suo, è comprensibile, è la Roma che manca ancora di personalità. A proposito dei ragazzi di De Zerbi: sembra un party del nuovo millennio.
Il migliore in campo, Raspadori, è un capitano nato nel 2000 come Traoré che segna (di petto) l’1-1. E il cross del definitivo pari arriva da Oddei, 2002, in un’istantanea che fa ingrigire di colpo i difensori. Il Sassuolo, che resterà fuori dalle coppe a meno di cataclismi, farà partire qualche attore navigato, ma dietro ha già una linea attendibile e fedele. La fascia è stata data a Raspadori «perché è qui dagli Esordienti», come dice con orgoglio l’allenatore.
Il Sassuolo che inizia a mille asseconda una strategia che già aveva funzionato l’anno scorso, quando Fonseca incassò qui tre gol nei primi 26 minuti. Palleggio stretto per attirare gli avversari, superarli con la giocata d’anticipo e precisa, quindi colpirli in verticale nell’inferiorità. La Roma poi stacca anche cinque uomini per la pressione avanzata, cercando di non replicare il primo tempo “abbassato” con il Napoli, ma viene salvata dal portiere e dal palo di Maxime Lopez.
Il Sassuolo prende ma concede perché attacca con parecchi uomini: Marlon stende Perez in area, il rigore di Pellegrini è anche un segnale della tranquillità ritrovata per i romanisti, anche perché riescono a difendere meglio. Fonseca manda più avanti Bruno Peres, per intercettare da lontano Rogerio, Karsdorp lo copre più sul lato, i reparti sono più compatti passando senza palla da 5-3-2 (Perez alto, El Shaarawy interno) a 4-4-2. Nella necessità poi talvolta Peres si riallinea con gli altri quattro, ma il disegno è chiaro.
La Roma ha i nazionali azzurri in campo, il Sassuolo ha preferito non rischiare possibili sviluppi di Covid: contando anche gli infortunati, Locatelli, Caputo, Berardi, Ferrari, Defrel, Ayhan e Muldur pesano più di Ibanez, Villar, Smalling, Kumbulla e Mkhitaryan. Però la Roma nel secondo tempo viene salvata da Pau Lopez prima dell’1-1, e rosolata da Raspadori (con i neroverdi a 3-5-2) anche dopo il nuovo sorpasso di Peres. Troppi tremori, antichi difetti. I ragazzi del Sassuolo non aspettavano altro per dimostrare di essere in crescita.
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