Fa impressione parlare di muri in tempi in cui perfino quelli dell’indifferenza si stanno sgretolando davanti alle immagini che giungono dall’Ucraina. Quello della Roma, però, è un muro diverso, scrive La Gazzetta dello Sport.
Funzionale, emozionale, orgoglioso, per certi versi anche “storico”, visto che da sempre le squadre di José Mourinho hanno nella fase difensiva il loro marchio di fabbrica. Così gli 11 match di campionato in cui i giallorossi non hanno subito gol, sembrano il frutto di un trend e non della casualità, visto che nelle ultime due partite – Spezia e Atalanta – la porta di Rui Patricio è rimasta inviolata.
Non basta, anche in Conference League per tre gare la Roma non ha avuto reti al passivo, regalando ai tifosi una iniezione di ottimismo in vista della partita di giovedì in Olanda contro il Vitesse, quando ci sarà in palio il primo atto degli ottavi di finale. La sensazione è che questa ritrovata solidità sia frutto di un lavoro di squadra.
Tanto per intenderci, il pressing a cui si sottopongono in ogni partita Abraham e Zaniolo non è affatto banale, anzi, è assai dispendioso, togliendo forse anche qualcosa nella lucidità sotto porta. Inoltre, sembra cresciuta anche la vocazione in copertura di Karsdorp, che per tendenza pare più portato a spingere che a coprire l’attaccante di fascia avversario. Lo stesso baby Zalewski, nato con velleità senz’altro offensive, per conquistare Mourinho da difensore si è sottoposto a un sacrificio nuovo che ha portato a una sorta di “rigenerazione”.
Eppure, la vera chiave pare il ritorno a rendimenti elevati da parte di Smalling. Con lui al centro, il livello di attenzione della retroguardia lievita, senza neppure bisogno di ricorrere a un numero di falli eccessivo. In questa chiave, si spera che Mancini si tolga in fretta l’etichetta di difensore più “cattivo” d’Europa per numero di ammonizioni ricevute. Contro l’Atalanta si è interrotto il trend che era giunto a sette partite di fila con un “giallo”, e questo può essere di buon auspicio in vista del futuro.
Tra i segreti della ritrovata solidità c’è anche la “resurrezione” di Kumbulla. Già in precedenza l’albanese aveva dato segnali di ripresa, ma l’infortunio di Ibanez lo ha ulteriormente responsabilizzato e Mourinho è parso sempre abbastanza soddisfatto di lui. Tra l’altro, vista la squalifica che lo attende in campionato, è possibile che anche contro il Vitesse Kumbulla giochi da titolare, per cedere il posto al collega brasiliano solo domenica contro l’Udinese.
Di questi progressi, naturalmente, ne può godere Rui Patricio, anche lui in ripresa dopo qualche incertezza che ha contrassegnato il recente momento negativo di tutta la squadra. Impressioni? Se ad Arnheim la Roma chiuderà la porta, la qualificazione sarà a portata di mano. Il modo migliore per affrontare la partita di ritorno della prossima settimana, che arriverà solo tre giorni prima del derby. E il “crash test” con una Lazio sempre più sarriana, darà la risposta definitiva su quanto la difesa giallorossa sia diventata Special.
FOTO: Credits by Shutterstock.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA