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Rassegna stampa

Roma, giorni decisivi: sfida col Siviglia e inizia l’era di Friedkin

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NOTIZIE CESSIONE AS ROMA FRIEDKIN – Ci sono partite che pesano come delle finali. Per il presente e per il futuro di un club. Siviglia-Roma è l’esatto emblema di questo assioma. Perché stasera i giallorossi si giocano un pezzo di Europa, la speranza di poter vincere qualcosa e inseguire ancora la prossima Champions League e, contemporaneamente, anche la voglia di abbracciare nel migliore dei modi un futuro che sarà presto colorato in modo diverso.

Già, perché il passaggio di consegne da James Pallotta a Dan Friedkin sembra oramai cosa fatta. Mancano le firme, manca il famoso deal, ma il tutto dovrebbe essere messo nero su bianco in questi giorni, forse già oggi con un comunicato che potrebbe ufficializzare il passaggio di proprietà.

Insomma, è una coppa che pesa questa Europa League per mille motivi. Ad iniziare anche solo dal discorso economico, e non solo di prestigio internazionale. Passare oggi il turno vorrebbe dire arrivare tra le prime otto, con buone chances di affacciarsi poi in semifinale (ai quarti la Roma troverebbe una tra Wolves e Olympiacos).

Ma vorrebbe dire anche portare a casa un bonus di 1,5 milioni, che diventerebbero 3,9 in caso di semifinale, 8,4 se arrivasse la finale e addirittura 12,4 se la Roma portasse a casa la coppa. Tanti soldi, soprattutto in un momento in cui i conti di certo non brillano per lucentezza. Tra l’altro, andando fino in fondo la Roma vedrebbe crescere anche la sua quota di market pool (per la cui definizione esatta bisognerà aspettare la fine del torneo e il piazzamento dell’Inter), con un previsione totale di circa 20 milioni in caso di successo. Insomma, un bel gruzzoletto, che aiuterebbe a migliorare la situazione pure in prospettiva.

Già, perché poi il vero cambio di prospettiva si sta materializzando negli Usa, dove Pallotta si è ormai convinto a cedere il club a Friedkin. Nelle ultime ore, infatti, la Roma e il suo presidente hanno anche capito come il fantomatico gruppo del Kuwait che faceva capo all’emiro Al-Baker non fosse in grado di poter far fronte all’acquisto del club.

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Tra l’altro, ci sarebbe stata anche un’intermediazione dell’ambasciata del Kuwait in cui si sarebbe analizzata con i dirigenti giallorossi la consistenza economica del gruppo, non all’altezza di un’operazione così impegnativa. Così Pallotta (che voci di corridoio danno in questo momento a Malta) si è dovuto arrendere all’evidenza. Sul piatto resta solo l’offerta di Friedkin, che tra l’altro non ha fatto alcun rialzo: 575 milioni di euro come enterprise value (il valore dell’intera operazione, compresi i circa 300 di debiti attuali del club), con un equity (l’incasso reale) per Pallotta e soci di 177-180 milioni e 85 milioni che Friedkin indirizzerebbe subito sulla gestione corrente.

Con due considerazioni, però: quando nel 2011 gli americani presero la Roma la valutarono circa 110 milioni, uscendo ora Pallotta e soci se ne andrebbero con una minusvalenza di circa un centinaio di milioni, forse qualcosa in più. A meno che Pallotta non riesca a farsi garantire un bonus da Friedkin in caso di approvazione definitiva del nuovo stadio di Tor di Valle.

Pallotta, però, non ha altra scelta, i suoi soci sono stati chiari: se non accetta l’offerta di Friedkin andrà avanti da solo, cosa che il presidente giallorosso non ha messo in preventivo. Ecco perché un comunicato potrebbe arrivare anche nella giornata di oggi, in virtù del fatto che la Roma è quotata in Borsa.

Nel frattempo in Inghilterra aumentano i rumours intorno ad un eventuale interesse dello stesso Pallotta per il Newcastle, dopo che la trattativa per il passaggio del club inglese al Saudi Arabia’s Public Investment Fund è saltata. E la Roma? Per ora pensa a battere il Siviglia. «Una partita difficile, ma la squadra è in forma e ha grande fiducia», ha detto ieri Paulo Fonseca. A cui ha fatto eco Henrikh Mkhitaryan: «Questa squadra può anche arrivare a vincere questa Europa League».

Già, e sarebbe il modo migliore per accogliere – in caso – Dan Friedkin. I documenti per le firme sono tutti pronti da un po’ di tempo, ora Pallotta deve dare solo l’okay. Può succedere in qualsiasi momento, è come quando sei nella stanza dei bottoni e devi solo spingere quello giusto. Magari già oggi: in mattina o subito dopo la chiusura della Borsa.

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(Gazzetta dello Sport)

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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