Rassegna stampa
Roma, gli epurati. Da Spinazzola a Renato Sanches: ecco chi prepara la valigia
AS ROMA NEWS SPINAZZOLA RENATO SANCHES – Piazza pulita. O giù di lì. Di certo una rivoluzione più o meno grande, considerando il rendimento (scadente) di tanti giocatori e la necessità inevitabile di correre presto ai ripari. Insomma, se a giugno la Roma dovrà per forza di cose portare a casa un difensore centrale e provare a piazzare altrove qualche esubero, a giugno si cambierà profondamente la rosa, scrive La Gazzetta dello Sport.
Troppi giocatori deludenti, molti flop e tanti calciatori non adatti alle aspettative della piazza. Perché se le parole di Mou a Bologna sono state inquietanti («Meglio lavorare con giovani che hanno un potenziale da sviluppare che con giocatori che in tal senso non hanno più niente»), quelle del giorno dopo al “The Obi One Podcast” lo sono state forse anche di più: «Se mi comportassi ora come facevo ai tempi del Chelsea, i giocatori non giocherebbero. C’erano volte che all’intervallo rompevo tutto e quei ragazzi entravano in campo e uccidevano gli avversari. Oggi non lo potrei fare, o solo con certi giocatori, perché altri si nasconderebbero e non vorrebbero la palla. È una cosa che si può fare solo con certi profili».
In buona sostanza, Mou ci ha detto che nella Roma c’è gente senza grande personalità, frutto dei tanti errori di mercato di Pinto (nelle radio romane in questi giorni non si parla che di lui tra scelte e ingaggi altissimi a giocatori non all’altezza). Cosa, peraltro, che aveva già accennato quando disse che «nella Roma c’è gente a cui piace il conforto di casa perché quando va fuori gli manca la mamma o la nonna che gli fa il dolce».
Boom. Tra questi c’è sicuramente Aouar, uno su cui Mou era già stato netto: «Quando sale l’intesità delle partite lui fa fatica». L’algerino a gennaio sarà in coppa d’Africa, facile che a giugno si provi a piazzarlo altrove. Arrivato a parametro zero potrebbe essere comunque una plusvalenza, anche se poi guadagna molto (2,5 milioni più bonus) e bisogna trovare qualcuno che lo prenda.
Più o meno lo stesso discorso valido anche per Ndicka, anche se poi l’ivoriano potrebbe restare a fare la panchina. Di certo non si è dimostrato valido per fare il titolare a certi livelli. «Ricordo le parole di Pinto quando mi ha detto che lo avrebbe preso – ha detto Mou di lui – È perfetto per la difesa e per crescere qui con te». Solo che Ndicka guadagna oltre 3 milioni, trovare acquirenti che assorbano quel contratto non sarà facile.
E allora nella rivoluzione che andrà in scena tra gennaio e giugno il primo nome a lasciare la Roma sarà Leonardo Spinazzola. L’esterno ha il contratto in scadenza, la Roma spera che a gennaio si ripresentino gli arabi dell’Al Shabab o qualcun altro per portare a casa almeno qualcosa. Con il contratto in scadenza c’è però anche Rui Patricio, che a giugno vedrà finire il suo rapporto triennale con la Roma.
Cosa che succederà anche con Sanches e Smalling, che per motivi diversi sono diventati i casi “storici” di questo inizio di stagione. Con l’inglese, tra l’altro, non è detto che non succeda qualcosa prima, magari già a gennaio, perché liberarsi del suo ingaggio (3,5 milioni più bonus) vorrebbe dire trovare risorse nuove anche per gli equilibri del transfer balance. Destinato a lasciare la Roma è anche il turco Celik, uno che non ha mai convinto, anche perché è un terzino valido per giocare a 4 e non un quinto per il 3-5-2. L’ideale sarebbe darlo via a gennaio, per andare avanti su quella fascia con Karsdorp e Kristensen (che sarebbe così reinserito nella lista Uefa), altrimenti l’addio arriverà a giugno. Come per Belotti, che a fine anno saluterà tutti.
E poi ci sono quelli che andranno via perché in prestito e non saranno acquistati. Tra questi la delusione più grande è proprio Kristensen, ma a lasciare Roma a giugno saranno anche Llorente e Azmoun. Due che finora qualcosa hanno dato, ma i cui riscatti costano troppo in relazione all’effettivo valore (5 milioni lo spagnolo, 12,5 l’iraniano). Quei soldi verranno utilizzati altrove, nella speranza che vengano investiti meglio che in passato.
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