Rassegna stampa
Roma, gli strani giorni di Zaniolo
AS ROMA NEWS ZANIOLO – Probabilmente ha ragione José Mourinho. Nicolò Zaniolo sta diventando un’ossessione. Inevitabile, però, considerando il valore e le aspettative che Nicolò si porta dietro. Così, nella Roma che è partita ieri per la Norvegia, non si è potuta non notare la sua assenza. Che fa rumore nonostante fosse attesa. Anche perché il piccolo problema al flessore con il quale è tornato dalla Nazionale, doveva esser risolto in pochi giorni. Questo almeno era quello che filtrava dall’ambiente azzurro, scrive Il Messaggero.
E invece il calciatore ha preferito non rischiare né a Genova tantomeno a Bodo, dove il campo in erba sintetica avrebbe potuto creargli ulteriori noie indesiderate. Lecito, sicuramente, ripensando a quello che ha vissuto negli ultimi due anni ma in contrasto con il pensiero di Mou.
Per capirlo, al di là della dialettica pubblica volta a dribblare la questione, basta leggere alcune dichiarazioni dell’ex Terry: «Una volta al Chelsea avevo un dito e un osso del piede rotti ma José voleva che giocassi. Allora ho fatto due iniezioni al giorno, con il medico che tornava a farmene una terza se l’allenamento si prolungava. Faceva male, ma lui aveva bisogno di me». Ecco, magari un po’ romanzato, ma questo è il prototipo del calciatore che ama il portoghese che già sa che domani, di ritorno dal Polo Nord, Zaniolo darà la disponibilità per tornare ad allenarsi in gruppo in vista della Salernitana.
Non è un momento facile per Nicolò. Doveva essere la stagione del rilancio, si sta trasformando in un’annata anonima – appena 4 gol, 19 volte sostituito (solo Veretout con 21 lo supera) – costellata da incomprensioni e culminata nell’ultimo periodo in una delusione dopo l’altra. La sostituzione di Udine, preceduta da quella in Olanda; i fischi col Vitesse all’Olimpico più la doppia esclusione al derby e contro la Macedonia in nazionale; le parole di Mancini («Deve imparare a giocare con gli altri»), il problemino al flessore più il doppio forfait.
Una serie negativa che non può aver riflessi su un 22enne. Perché puoi guadagnare milioni ma a 22 anni rimani sempre un ragazzo. E le ultime esclusioni, derby in primis (senza ricevere spiegazioni e dopo che a Udine, vista la diffida, più volte gli era stato chiesto di fare attenzione al giallo’) sono state difficili da digerire. Anche perché sono andate di pari passo con la sensazione, sempre più crescente, di non essere più al centro del progetto come si era invece sentito a maggio, quando José lo aveva chiamato più volte al telefono, spronandolo a farsi trovare pronto per il ritiro estivo.
Le parole di Pinto («Non posso garantire che giocherà nella Roma») il 1° febbraio, sono state la goccia che ha aperto la crepa dei dubbi. Ad avallare questa sensazione è seguito lo stop sulla trattativa di un rinnovo che a Nicolò era già stato promesso due anni fa. Ora, più trascorrono le settimane, più le rassicurazioni off record hanno sempre meno presa, anche se la scadenza è nel 2024. Come se non bastasse, si è aggiunta la virata tattica che lo ha di colpo portato a inseguire un posto da titolare.
Quasi un paradosso per chi in campo viene sempre inseguito. Non sarà facile uscire da questo stallo. Zaniolo deve darsi una scossa ma sullo sfondo la vicenda contrattuale ogni giorno diventa sempre più ingombrante. Perché se la Roma lo valuta 60 milioni, difficilmente troverà acquirenti. Di conseguenza però Zaniolo si sentirà in diritto di chiedere un ingaggio adeguato al valore chiesto sul mercato. Tradotto: guadagnare quanto Pellegrini e Abraham. Se invece la Roma si ‘accontentasse’ di 40, la squadra, anzi le squadre ci sono. Una è la Juventus ma non è la sola.
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