L’ammonizione rimediata contro l’Atalanta lo obbligherà a rinunciare alla trasferta di Udine. Peccato perché Marash Kumbulla, all’esame più difficile, ha confermato i progressi che avevano generato l’innamoramento di Mourinho. Implacabile in marcatura, tanto su Pessina quanto su Miranchuk, non ha lasciato passare un pallone dalle sue parti, tanto per terra quanto per aria, scrive il Corriere dello Sport.
La Roma si sta accorgendo improvvisamente di aver acquistato un giocatore importante. E’ uno stopper vecchia maniera, Kumbulla, categoria in via di estinzione: cresciuto alla scuola di Juric, che insegna a difendere uomo su uomo, ha calato in partita un’attenzione e un’autorevolezza che i tifosi non conoscevano ancora.
Si parla spesso del disastro di Bodo come il primo bivio della gestione Mourinho. Kumbulla giocò male, come tutta la squadra, e venne escluso dalla partita successiva insieme a Villar, Diawara e Borja Mayoral. La differenza rispetto agli altri però è che lui, Marash, non ha vissuto il provvedimento come un’umiliazione ma come uno stimolo per allenarsi meglio. Più forte e più disciplinatamente.
Lo ha ricordato proprio l’allenatore, di recente: «Kumbulla all’inizio non aveva la mia fiducia, ma ora l’ha conquistata. Non ho avuto un atteggiamento positivo nei suoi confronti, l’ho stuzzicato spesso a Trigoria, eppure non ha mai fatto una piega. Ha sempre lavorato a testa bassa per convincermi che mi sbagliavo sul suo conto». Il risultato è visibile: anche a causa dell’infortunio di Ibañez, Kumbulla ha giocato quattro partite di fila da titolare senza mai sfigurare. E sabato, durante Roma-Atalanta, ha vissuto la migliore giornata degli ultimi 18 mesi.
Bastava aspettare, in fondo. Kumbulla è considerato un professionista sufficientemente esperto perché è titolare della nazionale albanese ed è già al terzo campionato di Serie A. Ma non bisogna dimenticare la carta d’identità: parliamo di un ragazzo del 2000, più grande di un anno di Darboe e due di Bove e Zalewski. Era fisiologica, nel passaggio da Verona a Roma, una fase di apprendistato, che con Mourinho è diventato un vero proprio master in difensorologia.
Di lui in verità alla Roma non hanno mai dubitato. Tanto è vero che hanno rigettato sul nascere nel mercato di gennaio ogni ipotesi di trasferimento, anche solo in prestito: il Torino del mentore Juric e soprattutto il Napoli si erano affacciati. Ma Kumbulla, che non aveva peraltro voglia di cambiare squadra, era un investimento che prima o poi avrebbe fruttato. Lo pensava Tiago Pinto che in un’intervista lo ha citato per rappresentare un esempio virtuoso.
«Il calcio dopo una situazione negativa offre sempre nuove opportunità – disse – e Marash le ha sfruttate». Non è stato un suo acquisto ma ha un valore simbolico importante: è stato il primo investimento della Roma dei Friedkin. Trattativa complessa, quella con il Verona, che coinvolse anche un giovane del vivaio molto apprezzato, l’ala Cancellieri. Ma è un’operazione che adesso sta prendendo le sembianze di un affare.
FOTO: Credits by Shutterstock.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA