Tammy Abraham

L’avviso ai naviganti di calciomercato che risuona a Trigoria da mesi sembra essere chiaro: il club non pagherà più le commissioni agli agenti. Chi cura gli interessi dei calciatori verrà remunerato solo al momento dell’ingaggio, scrive La Repubblica

Propositi confermati dalla relazione finanziaria semestrale pubblicata dal club giallorosso a fine febbraio, con soli 4 milioni di euro di commissioni di competenza dell’esercizio 2021/22. Di cui 3,1 per le operazioni Rui Patricio, Shomurodov e Vina e circa 800 mila euro per i rinnovi di Mancini e Pellegrini.

Sorprendente come per Tammy Abraham, l’acquisto più oneroso della sessione estiva, e forse il più azzeccato, verranno pagate solo commissioni condizionate alla permanenza in rosa dell’attaccante, per un totale di 4 milioni spalmati nel quinquennio. In una spending review etica in cui la figura terza che ha aiutato Roma e Chelsea nella conclusione della trattativa non verrà remunerata.

Ad oggi la commissione per l’agente dell’attaccante inglese è costata alla Roma 400 mila euro, in futuro si vedrà. Al momento dell’acquisto però la Roma continua a pagare gli agenti dei calciatori, ma con una pianificazione diversa. No all’intermediazione, sì alla commissione. Quasi fosse uno slogan, con un tetto massimo fissato al 10%. E dalla semestrale tutto torna, tranne che per un concetto semplice ma di difficile attuazione: risparmio.

A fine 2021 il monte ingaggi è aumentato (da 70 a 78 milioni), così come il numero di tesserati, nonostante le tante cessioni e risoluzioni contrattuali degli esuberi e di plusvalenze non c’è l’ombra. E la crescita esponenziale dei compensi condizionati per gli agenti, ne è il manifesto. In sei mesi (e due sessioni di mercato) gli impegni massimi rivenienti dai contratti con procuratori sportivi sono schizzati da 8 milioni a 23 milioni. Dati in controtendenza rispetto agli ultimi anni, dove l’esposizione oscillava tra 7 e 12 milioni.



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