Guido Fienga, Dan e Ryan Friedkin

ULTIME NOTIZIE AS ROMA FRIEDKIN FIENGA BERARDI CEO – Adesso è definitivamente la Roma dei Friedkin. Perché anche l’ultimo ponte con la vecchia gestione, quella legata a James Pallotta, è venuto giù, anche se non è stata una caduta fragorosa e dolorosa, ma una scelta condivisa. Sta di fatto che da ieri anche Guido Fienga lascia la Roma, seppur il suo non sia un addio vero e proprio, visto che l’ex dirigente giallorosso resterà come advisor esterno di NEEP Roma Holding S.p.A. (che esercita attività di direzione e coordinamento della società), scrive La Gazzetta dello Sport.

Al suo posto Dan e Ryan Friedkin hanno scelto Pietro Berardi, 47 anni, nuovo «Corporate Ceo» e direttore generale del club, a partire al più tardi dal primo gennaio 2022. Si conclude così anche l’avventura dell’ultimo dirigente apicale della vecchia gestione, l’uomo che aveva traghettato nell’estate del 2020 la Roma da Pallotta alle mani degli stessi Friedkin.

Probabilmente, è la fine della transizione che i Friedkin avevano studiato a tavolino quando hanno preso la Roma e che hanno portato a compimento dopo 14 mesi di gestione. Prima di salutare Fienga (a cui andrà un milione e mezzo per la risoluzione del contratto), la nuova proprietà aveva infatti cambiato un po’ tutti gli uomini, con Berardi che è l’undicesimo nuovo dirigente della loro gestione.

Prima di lui, infatti, erano arrivati Tiago Pinto (general manager), Lombardo (segretario generale), Vergine (settore giovanile), Van Den Doel (direttore marketing), Scalera (direttore relazioni governative), Pastorella (direttore Roma Departments), Murgo (capo del personal), Krauss (capo della sicurezza), Vitali (responsabile ufficio legale) e Maurizio Costanzo (advisor comunicazione stadio).

Ora, appunto, la squadra è completa, con l’undicesimo innesto. «Siamo entusiasti di dare il benvenuto a Pietro Berardi nella famiglia giallorossa – hanno detto ieri Dan e Ryan Friedkin – Come club siamo orgogliosi del processo di selezione e potenziamento del management e crediamo che Pietro abbia tutte le caratteristiche necessarie per mettere in pratica i piani ambiziosi che abbiamo messo in atto per la società. Con la sua visione globale, il suo dinamismo e la sua leadership porterà avanti il percorso di costruzione di una forte cultura della responsabilità nel club, criterio fondamentale per ogni organizzazione di successo. Ora abbiamo un compito di fronte a noi: accelerare la crescita del brand e del business, per supportare al meglio ogni necessità legata al campo».

Felice, ovviamente, anche il nuovo Ceo, che nel 2020 era stato presidente e ceo di Pirelli nel Nord America e che ieri ha incontrato lo stesso Fienga, in un rapporto di collaborazione: «Sono onorato di unirmi alla Roma in un momento così emozionante della sua crescita. Ci metterò il massimo dell’impegno e della passione per raggiungere i nostri obiettivi».

Ma perché i Friedkin hanno deciso di cambiare anche quella che era stata ufficializzata come la loro «voce»? Con la presenza fissa di Dan e Ryan a Roma, di fatto non c’era più bisogno di un Ceo operativo come era Guido Fienga, che – per dire – nella fase di transizione tra le due proprietà per un po’ ha fatto anche le funzioni di direttore sportivo (nel momento di vuoto tra Petrachi e Tiago Pinto).

Dan e Ryan hanno fatto di Roma il loro quartier generale. Ma le decisioni sono tutte loro, come la gestione diretta del club. Da quando sono nella Roma, oltre ad aver portato undici dirigenti nuovi, la proprietà ha messo anche quasi 500 milioni nelle casse giallorosse, tra i 199 spesi per acquistare il club e i 280 per la gestione corrente. E il prossimo bilancio non promette rose, anzi, con perdite per circa 200 milioni e un indebitamento di quasi 390. Ecco anche perché il futuro è e deve essere lo sviluppo del business. E di questo si occuperà proprio Berardi.



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